Situato a pochi passi dal centro di Napoli, il Bosco di Capodimonte è una fra le location naturali, immerse nel verde, preferite dai cittadini napoletani per trascorrere qualche ora lontano dallo smog e dal caos quotidiano.
Fu realizzato nel 1734 per volere di Carlo III di Borbone che lo utilizzò come riserva di caccia. A partire dal 1742, il parco, sotto la guida di Ferdinando Sanfelice fu restaurato e impreziosito di chiese, fabbriche e abitazioni contadine.
Con l’ascesa al trono di Ferdinando I, fu trasformato, grazie anche all’opera di riqualificazione del botanico Friedrich Dehnhardt, nell’attuale giardino all’inglese che oggi circonda la Reggia.
Il Bosco di Capodimonte, in realtà, conserva leggende e storie di fantasmi che ben si sposano con l’animo superstizioso e misterioso della città partenopea, infatti si racconta che sia frequentato da ben due regine dell’800: Maria Carolina d’Asburgo e Maria Cristina di Borbone.
La leggenda narra che lo spirito di Maria Carolina d’Asburgo, moglie del Re di Napoli Ferdinando IV e sorella della regina di Francia Maria Antonietta frequenti ancora le sale del Palazzo Reale.
A quei tempi, i ricevimenti ed i gran balli a Corte erano molto frequenti oltre ad essere molto amati dalla regina stessa al punto che, ancor oggi, da ben 202 anni, si dice che avvengano sfarzose feste tutte le notti nel Museo di Capodimonte.
Nei saloni regali si racconta che appaiano luci e figure misteriose che danzano sulle note di antichi strumenti musicali e che poi scompaiano come per magia alle prime luci dell’alba.
L’altra leggenda ha per protagonista un’altra nobile, Maria Cristina di Savoia, la prima moglie del Re Ferdinando II di Borbone. Intorno la Regina dall’estrema bellezza, aleggiano ben due leggende in netto contrasto fra loro ma entrambe legate ad un luogo caro a Maria Cristina, una grotta ubicata nel Bosco di Capodimonte che successivamente prese il suo nome.
Secondo alcuni la Regina era molta devota tanto che passava giorno e notte a pregare nella grotta. Per tal ragione le fu attribuito dal popolo napoletano l’appellativo di Reginella Santa.
Secondo altri invece, Maria Cristina, stanca delle poche attenzioni del marito e delle sue relazioni extra coniugali, frequentava di notte la grotta per incontrare i suoi numerosi amanti e, dopo ogni amplesso, si racconta che li buttasse nella profondità della grotta per nascondere ogni traccia dei suoi tradimenti.
Ancor oggi c’è chi sostiene di aver avvistato la regina nei pressi della grotta, chi afferma di averla vista pregare o chi dichiara di aver sentito una voce. Tuttavia queste sono affermazioni che, al momento, non trovano conferma.
Attualmente la Grotta di Maria Cristina è chiusa al pubblico dopo essere stata dichiarata pericolante.