Il napoletano è una lingua ricca e complessa. Spesso anche al napoletano più verace capita di non trovare l’esatta traduzione italiana di alcuni termini utilizzati nel gergo comune. Ne è un esempio lampante rattuso.
Il sostantivo maschile rattuso viene utilizzato in senso dispregiativo per indicare quella determinata categoria di uomini, solitamente di una certa età o in ogni caso sufficientemente adulti, che osservano in maniera libidinosa le donne. Talvolta il rattuso si lascia andare anche in commenti molto maliziosi. Addirittura può capitare che, con nonchalance, il rattuso approfitta della calca dei luoghi affollati, come i mezzi di trasporto, per fare la cosiddetta mano morta, palpando e toccando donne e giovani ragazze attraenti.
Il vocabolo può anche indicare un uomo di mezza età che va a spiare le coppiette appartate assumendo atteggiamenti non proprio consoni, il classico vecchio rattuso, o può essere utilizzato, in tono amicale e scherzoso, per sottolineare l’interesse di un giovane ragazzo nei confronti di una fanciulla più piccola d’età o minorenne (si proprio ‘nu rattuso)
La derivazione del termine è di dubbia origine. Rattuso potrebbe derivare dal verbo latino radere che significa sfiorare o dall’aggettivo latino rapidum ovvero veloce.
Entrambe le parole rispecchiano alla perfezione il tipico comportamento del rattuso, tuttavia più fonti sostengono che il termine probabilmente provenga dalla parola “ratto” poiché questo particolare soggetto, proprio come un ratto, sa essere incredibilmente lesto e veloce nel tastare la vittima in questione.
Insomma c’è poco da fare, trovare una perfetta traduzione è alquanto impossibile perché per noi napoletani, il rattuso è e resterà sempre il rattuso e gli uomini, nonostante non incarnino la figura che stiamo analizzando, saranno sempre un po’ etichettati come tali.