Ciò che non ha distrutto il Vesuvio riesce a distruggerlo l’uomo. Ieri, infatti, i custodi della mostra Il corpo del reato, realizzata con reperti trafugati e poi riacquisiti, hanno scoperto che una teca mal posizionata era caduta causando la rottura di alcune anfore e lacrimatoi di vetro. Reperti preziosissimi che non ci sono più a causa di una banale disattenzione, come se si trattasse di oggetti qualsiasi.
Immediatamente è stata avvertita la Soprintendenza degli Scavi Archeologici di Pompei, la quale adesso ha il compito di cercare di ricostruire come possa essersi verificato un fatto così grave, che lede l’immagine e l’enorme lavoro che, da qualche anno a questa parte, si sta facendo per salvaguardare e promuovere il parco archeologico più grande e famoso del mondo.