Palazzo Carafa di Maddaloni è un edificio monumentale in stile barocco ubicato in via Maddaloni 6, tra via Toledo e via Sant’Anna dei Lombardi, nel Decumano Inferiore di Napoli.
Il palazzo fu realizzato tra il 1580 e il 1585 per volere del Duca Cesare D’Avalos, Marchese d’Aragona, che acquistò un terreno dalla famiglia Pignatelli di Monteleone.
In origine furono costruiti solo tre lati del palazzo, mentre la parte retrostante fu destinata a giardino, il quale confinava con quello dei monaci di Monteoliveto. Solo nel 1585 fu acquistata la parte mancante, quindi fu edificato il quarto ed ultimo lato.
Il palazzo non fu solo di proprietà D’Avalos ma verso la prima metà del XVII secolo passo nelle mani del banchiere fiammingo Gaspare Roomer e, intorno al 1650, in quelle della famiglia Carafa, dalla quale prese il nuovo nome.
Diomede V Carafa, conte di Cerrreto Sannita e Duca di Maddaloni, affidò al celebre architetto Cosimo Fanzago i lavori di ristrutturazione, invece i pittori Micco Spadaro e Giacomo del Po si occuparono della realizzazione del portale e il pittore barocco Francesco Di Maria ebbe il compito di decorare le sale interne.
Tra il 1766 e il 1770 furono intrapresi nuovi lavori di decorazione e fu Fedele Fischetti a dipingere la volta dell’androne del cortile.
Il palazzo appartenne ai Carafa di Maddaloni fino al 21 novembre 1806, anno in cui la famiglia fu costretta a vendere la proprietà a causa degli elevati debiti contratti. L’immobile venne frazionato in più parti affidate rispettivamente a Tommaso Caracciolo, principe di Columbrano e zio di Marzio Carafa, che ottenne in un primo momento la parte più interessante del complesso, inclusa la sala Maddaloni, al Principe di Avellino e poi, a partire dal 1850, la spartizione avvenne tra il Principe Monaco di Areniello, il Conte Garzilli, la Duchessa Caetani di Miranda, il Principe di Ottaiano, il Cavalier Del Prato e il Duca di Catemario.
Durante la seconda guerra mondiale Palazzo Carafa fu fortemente danneggiato da due bombe che deteriorarono il lato su via Senise e il cortile interno. Ulteriori danni furono poi causati anche dal terremoto dell’Irpinia nel 1980, che costrinsero l’edificio ad avviare importanti interventi di restauro che durarono più di 30 anni poiché la pratica per la ristrutturazione fu presentata sin dal 1983 ma i lavori iniziarono soltanto nel 2010 e si conclusero nel 2015.
A livello architettonico Palazzo Carafa rappresenta uno straordinario esempio di architettura barocca napoletana. La sua struttura presenta una planimetria irregolare, dovuta alle diverse compravendite di terreni e alle aggiunte di questi nei diversi secoli.
Ad accogliere il visitatore è un maestoso portone con decorazioni sia nella parte interna che esterna. Superato l’ingresso, l’elemento che senza dubbio sorprende è il portale che si innalza fino al secondo piano. L’edificio, inoltre, presenta dieci balconi sia sul lato principale sia su quello di via Toledo, sui quali vi sono dei medaglioni con aquile e leoni che simboleggiano le virtù della famiglia Carafa.
Al suo interno il palazzo conserva un cortile che dà accesso al grande scalone che conduce agli ambienti interni.
Al primo piano è possibile ammirare gli affreschi di Fedele Fischetti, realizzati tra il 1766 e il 1770, che rappresentano scene del Trionfo di Alfonso d’Aragona.
Altra sala interessante era quella che conservava dipinti di Giacomo del Po, purtroppo distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Durante il ‘700 erano il lusso e lo sfarzo a farla da padrone tant’è che il Palazzo fu location privilegiata di grandi festa dell’alta nobiltà partenopea, descritte ampiamente anche dal veneziano Giacomo Casanova. Attualmente Palazzo Carafa Maddaloni è proprietà privata, abitato da circa cinquanta famiglie.