Chi a Napoli non è mai passato per ‘e quatto palazze? Stiamo parlando di Piazza Nicola Amore, tra le più importanti del centro storico della città, situata lungo il Rettifilo o Corso Umberto I.
Conosciuta dal popolo partenopeo come i quattro palazzi propri per i quattro edifici identici in stile neo-rinascimentale che la circondano, fu voluta e costruita nel 1880 dall’allora sindaco Nicola Amore durante il Risanamento, ovvero il periodo dei grandi interventi urbanistici che modificarono il volto di Napoli.
Il nome originario da attribuirle era Piazza Agostino Depretis, così come quella che conosciamo come via Depretis, doveva assumere il nome via Nicola Amore. Nel 1894 fu però deciso di invertire i toponimi.
Il 7 febbraio del 1904, al centro della piazza, fu inaugurata una statua in marmo costruita dallo sculture Francesco Jerace in onore del già citato sindaco. Nei primi mesi del 1938 fu spostata a Piazza Vittoria, dove si trova tutt’ora, per non intralciare la passeggiata, da piazza Garibaldi a Mergellina, che il Führer Adolf Hitler avrebbe fatto il 5 maggio dello stesso anno in occasione della grande parata navale.
La scultura fu quindi sostituita dapprima da una coppa giratoria, poi da un’aiuola fiorita.
Attualmente Piazza Nicola Amore si presenta come un cantiere a cielo aperto a causa dei lavori di costruzione della stazione metropolitana Duomo, iniziati negli ultimi anni novanta ed ancora in corso d’opera. Il lento progredire delle operazioni è dovuto ai numerosi resti archeologici, risalenti all’epoca greco-romana, trovati al di sotto del suolo.
Tra i ritrovamenti principali vi sono i resti di un edificio databile al IV e al III secolo a.C, un tempio dedicato ai giochi Isolimpici istituiti a Napoli da Ottaviano Augusto nel 2 d.C. ,un porticato Ellenistico di età Flavia, una fontana di epoca medievale, databile al XIII secolo e la testa marmorea di Nerone Cesare, figlio di Germanico e fratello di Caligola.
Il magnifico sito archeologico sarà inglobato nella futura e imponente stazione metropolitana di Duomo, progettata dall’architetto Massimiliano Fuksas e che sarà inaugurata nel 2019. Gli scavi saranno così esposti al pubblico attraverso una bolla trasparente fatta in vetro e metallo chiamata lanterna magica.