Regium Viridarium Casertanum così veniva chiamato nei cataloghi botanici ottocenteschi il Giardino Inglese della Reggia di Caserta, una delle cose più belle e suggestive del sito vanvitelliano.
Alla fine del Settecento fu realizzato il sogno della regina di Napoli, Maria Carolina: costruire a Caserta un giardino “di paesaggio”, secondo la moda inglese, come si stava diffondendo in tutta Europa. A ciò si aggiungeva la diffusione in Occidente delle descrizioni e delle immagini dei giardini cinesi che rispondevano bene alle idee di rispetto e amore per la natura che si stavano diffondendo sul finire del XVIII secolo.
Così nel lato orientale del parco della Reggia, su una superficie di circa 23 ettari di terreno fertile ed irrigabile, prendeva vita il primo giardino di paesaggio d’Italia, sotto la guida e la cura del giardiniere inglese John Andrew Graefer. Boschetti, praterie, serre di piante esotiche e rare, fontane e canali le cui acque confluivano in un pittoresco laghetto.
Nelle intenzioni della regina Maria Carolina il giardino di Caserta non solo doveva reggere il confronto con quello di Versailles, commissionato dalla regina di Francia, nonché sua sorella Maria Antonietta, ma doveva completamente metterlo in ombra.
I lavori iniziarono nel 1785 e furono completati molto rapidamente, il giardino è alimentato dall’acqua che proviene dall’acquedotto Carolino ed è diviso longitudinalmente in due parti: ad oriente il “silvestre” ad occidente il “coltivato”. L’ingresso è nei pressi della cascata che dal monte di Briano precipita nella vasca di “Diana e Atteone” e percorrendo i suoi viali si giunge all‘Aperia, un edificio destinato un tempo all’allevamento di api. Alla sua destra ci sono le finte rovine di un tempio dorico con la coltivazione di piante grasse.
Ma la parte più famosa e suggestiva, che rimane impressa negli occhi dei visitatori, è sicuramente quella detta “Bagno di Venere”, dove su uno scoglio sorge la dea della bellezza, scolpita in marmo di Carrara e accosciata nell’atteggiamento di uscita dalle acque. Proseguendo verso sud si giunge al boschetto, una volta labirinto, con un tempietto circolare che sorge al centro dell’isoletta, dallo stile sicuramente influenzato dalle recenti scoperte dei siti antichi di Pompei ed Ercolano. Verso sinistra, invece, si incontra tutta la parte dedicata alle coltivazioni “utilitaristiche”: Orto Agrario e Orto Botanico.
Davanti alla Grande Serra, costruita dopo l’Unità d’Italia, c’è la ricca collezione di camelie che furono coltivate per la prima volta in Italia proprio a Caserta. La varietà di piante del giardino è impressionante, ci sono palme esotiche, piante grasse, Magnolie, rose, Pini, Lecci, allori, palme da datteri e cedri.
Fonte:
F. Canestrini e M. R. Iacono “Il Giardino all’Inglese della Reggia di Caserta”, 2006.