La spiaggia del Cavallo Morto, detta anche Bellavaia, è uno dei tanti paradisi naturali che arricchiscono la costiera amalfitana. Situata fra la baia di Erchie e Maiori, la piccola spiaggia rocciosa è raggiungibile solo tramite imbarcazione, dal momento che è racchiusa in una ripida scogliera. Dal 2010, la caduta di alcuni grossi massi, ancora presenti su un lato del litorale, ha costretto ad emanare un’ordinanza di sicurezza per avvisare del pericolo di frane. Nonostante questo, il Cavallo Morto resta uno dei luoghi più esclusivi ed incontaminati dell’intera costiera.
Eppure, sembra strano che un paradiso di questo tipo, una vera e propria perla di unica bellezza, abbia un nome tanto macabro. La prima cosa che viene da pensare è la forma stessa della spiaggia: quella di un ferro di cavallo. Allora perché “morto”? Poteva chiamarsi semplicemente “spiaggia del ferro di cavallo” o “del cavallo”. E’ evidente che l’origine del nome vada ricercata altrove.
Ci sono, effettivamente, due leggende sulla particolare scelta, meglio dire due dicerie. Entrambe vengono riportate da “Positanonews”. La prima vuole che, a partire dalla metà dell’Ottocento, venivano gettate nella conca carcasse di purosangue morti. Non è difficile da credere: la natura stessa della spiaggia, la sua inaccessibilità e l’altezza della scogliera che la circonda rendeva una simile attività discreta e tranquilla. La bellissima spiaggia sarebbe, quindi, un antico cimitero di cavalli.
L’altra versione, meno macabra, vuole che, in una notte di mare agitato, una mulattiera carica di destrieri perse un esemplare in mare. Il cavallo, precipitato perché spinto dalla calca, annegò ed i suoi resti approdarono sulla piccola spiaggia, dandole il nome. Una storia sicuramente più facile da digerire per tutti gli amanti del luogo.