Il 26 luglio si festeggia Sant’Anna, nome particolarmente diffuso nelle famiglie partenopee: è il nome della prima grande Santa cristiana venerata in Oriente come in Occidente, madre della Vergine Maria. Una tradizione millenaria fa di lei l’angelo custode delle partorienti, delle madri di famiglia e delle vedove, la santa protettrice di tutte le arti legate al mai scontato vissuto di mogli e madri, dal ricamo alla fertilità coniugale, titolare di una serie di patronati alimentati dal mito della Vergine sua figlia.
Anna, sposa innamorata e devota di Gioacchino, aveva ormai rinunciato al dono di un figlio che le arrivò in tarda età annunciato dall’apparizione di un Angelo. Anna, la Santa dal mantello verde come la speranza, è universalmente invocata contro la sterilità e le difficoltà del parto, perché portò in grembo la speranza del mondo, una figlia mandata dal Cielo per essere a sua volta la Madre Misericordiosa di tutti gli uomini. Le donne in dolce attesa usano rivolgersi a Sant’Anna perché interceda verso Dio e assicuri loro tre fortune: un parto sereno, un figlio sano, latte in abbondanza perché cresca in salute.
Il culto della Santa è radicato su tutto il territorio campano, quasi ogni comune vesuviano reca una Chiesa o una strada a lei dedicata. Ma forse il caso più singolare è proprio a Torre del Greco: devozione popolare, mito e storia si intrecciano intorno alle imponenti mura della Chiesa di Santa Maria del Principio, la chiesetta dedicata a Sant’Anna in via Madonna del Principio 15, che il folklore corallino vuole protetta e miracolata dalla Santa in persona. Con la sua splendida facciata, complice la vicinanza al porto, l’antica Chiesa era tappa obbligata oltre che per le future madri anche per i marinai che vi andavano a rendere grazie per lo sbarco sereno e a chiedere a Sant’Anna e a San Gioacchino protezione dalle insidie del mare per le traversate future.
La Chiesa reca infatti, oggi come allora, una peculiarità suggestiva e commovente: la prima statua del Bambino Gesù coi nonni Anna e Gioacchino. Travolto dall’eruzione datata 1794, l’edificio andò distrutto, eccezion fatta per l’antico altare sovrastato dall’edicola votiva recante l’affresco della Madonna del Principio, scavalcato dal fuoco. Secondo la storia che si tramanda di generazione in generazione, dalla collinetta alle spalle della Chiesa si elevò proprio Sant’Anna: l’impietoso fiume di lava incandescente che tutto travolgeva si piegò al volere della Patrona risparmiando l’edicola votiva in fondo alla navata, emersa intatta dalle macerie. Il Beato Vincenzo Romano, ispiratore morale e materiale della ricostruzione della Chiesa, completò il miracolo con la sua dedizione e la sua fede, e fece ricomporre l’edificio crollato intorno alla galleria originale sfuggita alla lava.
Oggi la Chiesa è un luogo chiave della devozione popolare per tanti motivi: una suggestiva mistura di passato e presente, un pregevole esempio di architettura del tardo 700, un’opera d’arte tra le più antiche della nostra città, dalla eccezionale bellezza sia interna che esterna. Ma ciò che davvero emoziona, il suo cuore pulsante, è la Chiesa nella Chiesa: l’ipogeo in cui si accede dal livello principale e che conserva una porzione del vecchio edificio scampata al fuoco. Oltre a parte dell’antica pavimentazione cinquecentesca è possibile ammirare la stessa edicola votiva di un tempo, che la Santa protesse dal Vesuvio.
“La Chiesa è meta di pellegrinaggi frequenti, il culto di Sant’Anna è ancora oggi molto sentito –racconta il parroco, don Luigi Magliulo – Come nell’anno mille, molte donne da paesi diversi vengono a chiedere aiuto e conforto alla Madonna del Principio. Sant’Anna è così conosciuta perché è la donna del Principio, appunto, dell’inizio, Colei da cui tutto è partito. Le mamme, oggi come ieri, vengono a ritirare le “manine di Sant’Anna”, per assicurare alla gravidanza protezione e aiuto. E il giorno di Sant’Anna è per noi ogni anno un giorno molto particolare: le visite e gli ex voto si moltiplicano, da tutti i Comuni limitrofi si rende omaggio alla Madonna del Principio, ci sarà la processione dei Santi. È l’occasione anche per i torresi di rivalutare un pezzo prezioso della loro storia e della loro identità, a volte dimenticato”.