Fontegreca e la sua Cipresseta: unica in Europa e tra le più vaste al mondo
Ott 08, 2017 - Domenico Ascione
Fontegreca – Situata quasi ai confini della Campania, Fontegreca, in provincia di Caserta, sorge sulle pendici rocciose del monte La Rocca e domina la sua pianura sottostante. Contrariamente a quanto si possa pensare in base al nome, il piccolo comune, non ha origini che risalgano alla colonizzazione greca, come molte altre città campane.
Infatti, in origine il suo nome era Fossaceca ed i primi suoi abitanti furono gli Osci, seguiti, poi, dai Sanniti: entrambe popolazioni antichissime che dovettero soccombere alla potenza romana. Fossaceca acquisì un’importanza notevole durante il medioevo: la zona fu scelta in quanto punto più alto e meglio difeso, grazie alla posizione naturale, durante l’ultima fase del periodo longobardo e, in età normanna, fu feudo di Guglielmo di Fossa Ceca.
In questo periodo venne coniato il suo primo nome. I pastori che portavano a pascolare le greggi sui suoi ripidi pendii decisero di chiamare quel luogo Fossaceca, ossia “fossa nascosta”, dal momento che si trattava di un piccolo nucleo cittadino nascosto dalle rocce del monte su cui si inerpicava.
Più tardi come molti comuni di origine feudale fu donata alla chiesa ed appartenne al Monastero di San Vincenzo al Volturno; in seguito la vedova del conte Ranulfo II di Alife donò Fossaceca ed altre terre a Montecassino. Nel 1269, dopo varie peripezie tutte queste terre passarono, al feudatario Guglielmo Stendardo e Fossaceca, insieme a Capriati al Volturno, Ciorlano e Pratella fece parte della Baronia di Prata di cui seguì la storia.
Fu solo dopo l’Unità d’Italia, nel 1862, che il Consiglio Municipale decise di cambiare il nome di Fossaceca in Fontegreca ricavando la prima parte del nuovo nome, “Fonte”, da una fonte di acqua freschissima situata nella famosa cipresseta, e la seconda parte, “greca”, da antichi manoscritti privati e pubblici che citavano il Comune con il nome di Fossa Graeca.
Nel 1927, eliminata la provincia di Caserta, Fontegreca passò alla provincia di Campobasso. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Fontegreca, come molti paesi dell’alto-casertano, visse giorni drammatici per le requisizioni, per i rastrellamenti e per la fuga fin sulle montagne di Gallo Matese a cui fu costretta la popolazione.
I tedeschi installarono il loro comando in Palazzo Parrillo. Il 28 ottobre 1943 gli americani occuparono Valle Agricola e iniziarono un cannoneggiamento che colpì anche Fontegreca, nella quale entrarono nel paese il primo novembre del 1943. Una volta liberata dall’occupazione tedesca e cessato, finalmente, il conflitto, Fontegreca tornò, nel 1945, nella provincia di Caserta, di cui ancora fa parte.
Il piccolo Comune dispone di uno dei tesori naturali più importanti della nostra terra: la, già citata, Cipresseta. Nata intorno all’anno mille grazie ai pastori di Gallo e Letino che d’inverno si servivano dei pascoli di fondo valle per le loro greggi, comprende, attualmente, circa 70 ha che si estendono dal Bosco dei Zappini al fiume Sava.
I cipressi ricoprono l’intera zona dai 400 metri d’altezza fino a valle. Oltre ad essere una delle aree verdi con più cipressi al mondo ospita anche una vivace fauna composta prevalentemente da rapaci e mammiferi. Il sito, inoltre, non rientra nel demanio regionale, ma direttamente in quello del comune di Fontegreca.