“L’Inno al Re” o “Inno delle Due Sicilie” era l’inno nazionale del Regno delle Due Sicilie scritto e musicato da Giovanni Paisiello, nel 1787, per volontà di Ferdinando IV di Napoli, ma venne adottato ufficialmente come inno dello Stato borbonico solo nel 1816.
La partitura prevede una duplice esecuzione di canto sia ad opera di un soprano che di un basso. Gli strumenti occorrenti sono i flauti, i clarinetti in do, oboi, corni in fa, trombe in do, fagotto e serpentone che era un antico strumento simile ad una canna d’organo.
Se vi è certezza sulla musica e sugli strumenti necessari per l’esecuzione dell’opera del Paisiello, più annosa è la questione circa il testo del detto inno. Si dice, infatti, che il componimento non avendo un testo ufficiale nella sua prima versione, venne più volte sottoposto ad alcune modifiche nel corso del tempo. Basti pensare che il nome del monarca veniva cambiato ad ogni avvicendamento al trono e il “Fernando” del testo definitivo fa riferimento, per l’appunto, a re Ferdinando I.
La versione che ancora oggi è possibile ascoltare venne ritrovata nel 1996 in una libreria antiquaria e donata alla biblioteca del conservatorio di Napoli San Pietro a Majella e pare essere quella che, all’epoca veniva utilizzata, nelle occasioni e nelle cerimonie ufficiali. La partitura faceva parte di un fondo di spartiti appartenenti alla famiglia del principe Folco Ruffo di Palazzolo, ambasciatore dei Borbone a Torino e in Svizzera.
Dalle parole della composizione si evince con certezza che il testo è stato scritto prima del 1816, anno nel quale re Ferdinando unificò nella sua persona, il Regno di Napoli e di Sicilia, assumendo il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie e l’espressione “Iddio lo serbi al duplice trono dei Padri suoi” ne è la conferma in quanto prima di questa situazione i due regni erano realtà assestanti, con leggi e tradizioni diverse, accomunate dall’obbedienza alla stessa dinastia regnante.
Iddio conservi il Re
per lunga e lunga età
come nel cor ci sta
viva Fernando il ReIddio lo serbi al duplice
trono dei Padri suoi
Iddio lo serbi a noi!
viva Fernando il Re