Benvenuti ad un nuovo episodio della rubrica Non lo Sapevo, che ci trascina nelle meraviglie dei primati del Regno delle due Sicilie. Un regno in cui avanguardie sociali, economiche, politiche, tecnologiche e quant’altro avevano possibilità di realizzarsi, come ad esempio la prima linea ferroviaria Napoli – Portici. Questo primato è stato realizzato grazie a due grandi poli siderurgici, i quali a loro volta rappresentano una grande conquista meridionale. Parliamo della ferriera di Mongiana e della prima fabbrica di locomotive di Pietrarsa.
Non fu soltanto sulla terraferma che il Mezzogiorno diede prova della sua grandiosità. Basti pensare alla realizzazione della Ferdinando I e del Sicilia , rispettivamente il primo piroscafo nel Mediterraneo e il primo ad attraversare l’Oceano Atlantico, per giungere in America. Inoltre, sempre per quanto riguarda il mare, è da ricordare la realizzazione del primo cantiere navale del Mediterraneo, sito a Castellammare di Stabia, e il codice De Jorio, sfociando però in quel che rappresenta l’aspetto giurisdizionale.
Oggi ci occupiamo di una struttura che, non solo rappresenta un eccezionale primato in Italia, bensì in tutta l’Europa. In realtà per quanto riguarda il vecchio continente non si può usare questo termine, poiché con questo ponte il Regno Borbonico è arrivato “appena” secondo. Non importa, ce ne faremo una ragione!
L’idea fu introdotte in cinque memorie da Carminantonio Lippi, mineralogista, geologo e vulcanologo napoletano, noto anche per la sua poliedrica formazione europea, compiuta con un gruppo di sei giovani studiosi, grazie all’aiuto di Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, la quale fu promotrice di una politica di apertura e rinnovamento culturale del Regno di Napoli.
Nel 1828 Francesco I di Borbone affidò all’ingegnere Luigi Giura l’incarico di realizzare l’opera. Il 21 febbraio questi effettua il sopralluogo sul Garigliano che durò ben 7 giorni. Tale apprensione nasce dalle notizie che giungevano dalla Francia e dall’Inghilterra: molti ponti simili erano improvvisamente crollati. Il Giura aveva studiato che per aumentare la resistenza del ferro dolce aveva bisogno del nichel, il quale fu prodotto proprio nelle ferriere di Mongiana. Le travi così composte furono irrigidite meccanicamente con trafilamento a mezzo di una apposita macchina “astatesa” progettata da lui stesso.
A scoraggiare l’operato dei napoletani fu un articolo pesantissimo del giornale inglese The Illustrated London News che recitava così:
” [Abbiamo] perplessità sulle capacità progettuali e costruttive dei napoletani e vive preoccupazioni sulla sorte dei poveri sudditi, sicure vittime di questo vano esperimento di sprovveduti dettato solo dalla voglia di primeggiare “
Si narra che, dinnanzi alle proteste di alcune persone legate alla corte, il re Ferdinando II, succeduto al padre Francesco, esclamò: “Lassate fà ô guaglione”.
Il 4 maggio del 1832 lo stesso giornale inglese ipotizzava che il ponte fosse pronto, ma non fosse stato ancora collaudato per timore del suo sicuro crollo. Il 10 maggio 1832 Ferdinando II si presentò davanti alle torri di sostegno del ponte alla testa di due squadroni di lancieri a cavallo e 16 carri pesanti di artiglieria, colmi di materiali e munizioni.
Nonostante le previsioni tutt’altro che rosee il ponte superò il possente collaudo. Successivamente ci fu la benedizione del vescovo di Gaeta seguito dal popolo in processione e dopo iniziarono fuochi d’artificio, danze e canti in un tripudio di folla.