Il circuito automobilistico di Salerno o circuito lungomare (1953-54) fu organizzato dall’Automobile Club di Salerno (1926). L’ACS fu un’organizzazione costituita da uomini legati da una forte passione per le autovetture. La corsa cittadina, che ricordò il circuito di Monza, nacque il 6 settembre 1953.
Gli spettatori, per le strade, sui balconi delle case/palazzi, sulle tribune in zona mare, videro per la prima volta sulle strade cittadine i piloti sfrecciare sui loro colorati bolidi.
La gara fu costituita da 2 batterie di 25 giri per 2.680 km, e finale di 40 giri per 107,200 km. Ad aggiudicarsi il primo posto fu Berardo Taraschi sulla sua Giaur. Al secondo posto giunse Leonardi Sesto, anche lui con una Giaur, al terzo Ilario Bandini nel bolide marchiato Bandini.
Dopo la corsa dell’anno consecutivo, l’evento assunse una certa importanza, infatti, si percepì anche dal nuovo nome attribuitogli: “Gran Premio di Salerno”. La ricorrenza della corsa automobilistica avvenne quasi ogni anno e nei periodi estivi.
Il 24 luglio 1960 si tenne l’ultima gara: 2 batterie da 20 giri per 2,700 km, e 1 finale da 50 giri per 2,700 m. Il primo posto fu aggiudicato a Davis Colin con la sua Cooper, il secondo a Denis Hulme a bordo del suo veicolo Osca, il terzo a Berardo Taraschi nella sua Taraschi.
Il pilota belga Sorgheles Saeveners (Jean Blanc) durante il 15 giro perse il controllo della sua Cooper all’altezza di Palazzo Edilizia, lato lungomare. L’auto si ribaltò per tre volte, finì contro un palo e oltrepassò il recinto di protezione fino a colpire gli spettatori. Il pilota infuocato uscì dalla macchina in fiamme, ma morì poco dopo. Il tragico episodio costò diversi feriti e un morto.
L’estrema vulnerabilità delle vetture congiuntamente ai timidi mezzi di sicurezza divenne il motivo di porre termine alla breve ma intensa esperienza del “Gran Premio di Salerno”.
Alcuni piloti che gareggiarono al circuito automobilistico cittadino parteciperanno anche alla Formula 1, per citare alcuni nomi: Berardo Taraschi, Sesto Leonardi, Denis Hulme, Renato Pirocchi.
Fonti documentarie:
«Il circuito di Salerno» albo d’oro
Sitografia: