Cultura

Pompei continua a stupire: nuovi misteri emergono dalla casa di Giove

A Pompei emerge dagli scavi la casa di Giove, già in parte scavata tra il Settecento e l’Ottocento.

Gli scavi in corso nella grande area archeologica della Regio V di Pompei, continuano a fornire importanti testimonianze del suo passato. Continuano dunque a riemergere domus ed oggetti della vita quotidiana che raccontano sempre meglio le abitudini e le usanze degli abitanti che oltre duemila anni fa abitavano l’area.

La domus prende il nome da un quadretto raffigurante il re degli dei, rinvenuto già nell’800 realizzato su un larario all’interno del giardino. Proprio a quel periodo risalgono anche i tunnel dei primi scavi borbonici ancora visibili e riportati in luce dagli archeologi.

Al lavoro l’equipe di Massimo Osanna per decodificare il codice del mistero. La nuova ed enigmatica scoperta è stata resa pubblica, al mondo, dal direttore generale Massimo Osanna attraverso una foto pubblicata sul suo profilo Instagram, che ha fatto impazzire i suoi seguaci.

La bibliografia colloca il tempio tra il III ed il II secolo a.C., in base all’analisi stilistica e degli elementi architettonici ancora presenti. L’intero manufatto è collocato all’interno di uno spazio circoscritto da mura ritagliate in un’area abitativa.

La porzione antistante, è caratterizzata da due colonne (di cui attualmente ne resta solo una) in muratura con un capitello in tufo grigio. Una scalinata poi, conduceva al corpo centrale, realizzato in opus quasi-reticulatum, ed è circondato da un ampio camminamento.

Attualmente gli archeologi stanno cercando di stabilire quanti e quali interventi di restauro sono stati effettuati, soprattutto a seguito di grandi distruzioni come quelle causate dal grande terremoto del 62 d.C.

Gli scavi attualmente in corso stanno restituendo agli studiosi una casa con un atrio centrale, cinto da stanze decorate e con ingresso lungo il vicolo dei balconi sul cui fondo si presenta uno spazio aperto e colonnato con altri tre ambienti.

Diversi frammenti poi, rinvenuti in numerosi punti, mostrano al suo intero un atrio all’epoca decorato da un fregio dorico in stucco con rifiniture rosse e blu.

Anche tracce di un incendio, le cui fiamme hanno annerito una buona parte di parete affrescata, sono state ritrovate in uno degli ambienti della domus, confinante con l’adiacente casa delle Nozze d’Argento.