Cultura

Gli Gnocchi alla Sorrentina e il cuoco geniale: la leggenda della loro creazione

L’Europa del XVII secolo venne letteralmente travolta dai flussi mercantili provenienti dal Nuovo Mondo. Tra le tante cose sconosciute e curiosità, derivanti dal continente americano, le patate meritano una menzione d’onore in quanto sono poi diventate un elemento cardine della cucina e della dieta dei popoli a tutte le latitudini del globo.

La tradizione vuole che, nel 1600, in una vecchia taverna presente a piazza Tasso, a Sorrento, le patate vennero utilizzate in una maniera del tutta nuova. Il cuoco della suddetta taverna rimase molto incuriosito dal tubero al punto tale da volerne studiare la conformazione e le caratteristiche organolettiche.

Dopo un’attenta analisi decise di lessarle, schiacciarle e farne un impasto aggiungendo un pizzico di farina ed acqua. L’uomo rimase piacevolmente stupito dalla maneggevolezza e morbidezza del composto che, però, doveva essere tagliato in tocchetti tondeggianti, onde evitare che il tutto si sfaldasse.

È proprio grazie alla sua forma tonda che lo gnocco avrebbe avuto questo nome, il termine, infatti, deriverebbe da “nocciolo”. Nonostante l’intuizione le palline restavano troppo morbide e rischiavano, una volta tagliate, di rimpastarsi in un unico blocco. Il cuoco ebbe l’idea di gettare le palline nell’acqua bollente e così facendo, risolse il problema.

LA RICETTA DEGLI GNOCCHI ALLA SORRENTINA

Ora gli gnocchi avevano bisogno di un condimento e fu un’altra “curiosità botanica” proveniente dall’America a correre in suo soccorso: il pomodoro. Il piatto fu completato con l’aggiunta della mozzarella d’Agerola, basilico fresco e provolone grattugiato.

L’odore della nuova invenzione culinaria si diffuse in tutta Sorrento, al punto tale da sovrastare il profumo dei fiori d’arancio. Alcuni uomini condotti alla taverna dal loro olfatto sopraffino furono i primi ad assaggiare la prelibatezza appena creata. Era nato lo gnocco alla sorrentina, un piatto destinato a fare la storia della cucina italiana e non solo.

La storia, appartenente alla tradizione orale, è stata raccontata sulla pagina Facebook Indipendentisti Principato Citra e Costa Amalfitana.

In Campania gli gnocchi venivano chiamati anche “strangulaprievete” ed esistono due ipotesi a spiegazione di tale denominazione. Il primo caso vede protagonista un economista del XVIII secolo, tal Ferdinando Galiani, ghiotto di gnocchi al punto da tale da rischiare di rimanerne strozzato.

In realtà questo nome affonda le sue radici nella lingua greca in quanto “strangulaproevete” è il risultato dell’unione dei termini stroggulos e preptos che indicano un capo rotondo che è stato incavato con le dita.