“Un’ alcova sensuale e raffinata riemerge nella sua totale bellezza”. Con queste suggestive parole si apre l’ultimo comunicato dell’Ufficio stampa di Pompei. A pochi mesi dal ritrovamento del quadretto di Leda e il cigno, riaffiora altra arte dal Regio V. Gli archeologi hanno infatti rinvenuto un’ulteriore parte dell’atrio della dimora, rimanendo di nuovo affascinati dalle pareti affrescate. Un miscuglio di eros e armonia capace, dopo quasi duemila anni, di inebriare ancora i sensi dello spettatore.
I nuovi ambienti sono infatti tutto un trionfo di ornamenti floreali, intervallati da grifoni con cornucopie, amorini volanti, nature morte e scene di lotte tra animali. Persino il soffitto, quasi completamente distrutto dall’eruzione, mostra ancora i segni (recuperati in parte dai restauratori) di affreschi.
Nell’ambiente non sono stati rinvenuti solo questi capolavori. Interessante è anche la traccia delle scale che conducevano al piano superiore. Nello spazio del sottoscala, gli studiosi hanno poi portato alla luce oggetti come: contenitori in vetro, anfore, un imbuto in bronzo e una situla bronzea (contenitore per liquidi) accanto all’impluvium.
Anche il Prof. Massimo Osanna ha espresso la sua soddisfazione affermando che: “Si ripropone nell’atrio di una casa pompeiana la scena di un mito. Tutto l’ambiente è pervaso dal tema della gioia di vivere, della bellezza e vanità“.
Con questa buona novella, si spera che sia finita l’epoca dei crolli. Grazie all’opera di restauratori e studiosi, finalmente Pompei e la Campania tutta possono mostrare un’altra fetta del proprio fascino. Il fascino sensuale e vivo degli occhi di Narciso.