Di questi tempi, con la primavera e le giornate diventate più lunghe grazie all’ora legale, in condizioni normali agli Scavi di Pompei quasi non si può entrare. Il Parco Archeologico più famoso al mondo è oggi, invece, quasi spettrale a causa della chiusura forzata dovuta all’emergenza coronavirus: le strade regolarmente pienissime ora sono vuote, non si conta un’anima in via dell’Abbondanza, nel foro, nel teatro grande e nell’odeion.
Gli scatti pubblicati sulla pagina Facebook mostrano una città antica desolata come probabilmente non lo è mai stata nel corso della sua storia, dal giorno del suo ritrovamento avvenuto il primo aprile del 1748.
È triste guardare quelle immagini, così come lo è pensare che nelle medesime condizioni si trovano gli Scavi di Ercolano e gli altri parchi archeologici della Campania, ma anche musei come Capodimonte, il Mann e tutti i siti museali d’Italia, testimoni del nostro passato storico, culturale ed artistico che oggi testimoniano l’emergenza coronavirus non attraverso reperti, quadri od oggetti d’arte, ma tramite l’assenza di coloro che vorrebbero usufruire dei loro immensi tesori.
Ad ogni modo gli Scavi di Pompei, così come la pressoché totalità dei siti museali nazionali, permettono di entrare virtualmente al loro interno grazie a delle pillole pubblicate periodicamente sulla pagina Facebook.