Napoli ha rappresentato, in questi ultimi tempi, un punto di riferimento per l’Italia e anche per il resto del mondo. È da qui che viene la “cura Ascierto“, il farmaco che ha permesso di salvare tante vite minacciate dal covid. E proprio in questo periodo un giovane partenopeo formula una proposta: candidare la sua Napoli a capitale della cultura 2023.
Davide D’Errico, speaker di Radio Crc, ha infatti deciso di lanciare una petizione su change.org, per consentire alla sua città di raggiungere un traguardo tanto importante tanto meritato. Queste le motivazioni della sua proposta:
“Napoli ha resistito alla pandemia da Coronavirus rappresentando una eccellenza mondiale. I protocolli ideati dai nostri medici e del Cotugno sono stati indicati da tutti come modello da seguire. Tuttavia, l’emergenza sanitaria ha generato anche danni sociali ed economici enormi in questa città. Tra le tante cose cose ha comportato la sospensione di quasi tutte le attività culturali.
Attori, registi, cantanti e tutti gli altri professionisti dell’indotto sono stati sostanzialmente ignorati dal Paese. Tutto questo mentre in città proprio la musica, l’arte e la passione dei nostri artisti hanno letteralmente salvato la vita dalla depressione e dall’angoscia ai tanti che erano in solitudine.
Non hanno fatto sentire soli nessuno, ma loro si sono sentiti abbandonati. Oggi la sfida per loro e per tutta la città è creare qualcosa di nuovo per diventare di nuovo simbolo di ripartenza e orgoglio nazionale. Come? Utilizzando la più grande ricchezza della nostra terra: la sua bellezza, il suo patrimonio artistico, paesaggistico, culturale, storico e sociale.
Candidare Napoli, “mille culure” e mille culture, a capitale della cultura 2023 significa indicarla come modello di ripartenza, che coniuga l’arte e la tradizione con un disegno di solidarietà che nella città del ‘caffè sospeso’ e dei ‘panieri solidali‘ non lascia indietro nessuno. Significa costruire un modello di sviluppo sostenibile nuovo, che metta insieme l’attrattività del centro storico patrimonio dell’UNESCO con la suggestione dei vicoli di Totò o del vicolo della cultura, simboli di un nuovo umanesimo napoletano.
Candidiamo Napoli perché ‘è nu teatro antico, sempre apiert’ diceva De filippo e perché è terra di culture che si abbracciano e di suggestioni che nascono. E’ la terra della sirena Partenope o dell’uovo di Virgilio. Del Cristo Velato e delle Catacombe di San Gennaro. Del palazzo Reale e del Teatro San Carlo.
E’ la terra del chiostro di Santa Chiara e delle meraviglie sotterranee. Del museo di Capodimonte e del Cimitero delle fontanelle. Del vicolo della cultura e dei mestieri che danno il nome alle strade. E’ la terra delle commedie di De Filippo e dei film di Troisi. Della tradizione in ogni angolo e della storia che trasuda dai sanpietrini sui quali passeggiamo. Dei turisti che dicono ‘uà’ e degli scugnizzi che dicono ‘uè’!
Insomma è patrimonio mondiale e merita di essere riconosciuta da tutti come capitale”.