Si presenta esternamente come un formaggio, ma dal cuore di un salume. E’ il caciocavallo dell’emigrante, un prodotto caseario semiduro a pasta filata che ha origini antichissime.
La sua stagionatura va dai 60 giorni ai 12 mesi e ha un sapore delicato all’inizio ma che diventa piccante man mano che si secca. Il suo nome è dovuto al fenomeno dell’emigrazione verso l’America, quando agli inizi del Novecento gli italiani del sud si spostavano verso il Nuovo Continente in cerca di lavoro e di fortuna. Essi avevano il bisogno di portare con sé anche i sapori tipici del nostro territorio, tra cui i formaggi e i salumi. Negli Stati Uniti però esisteva una legge che proibiva l’ingresso degli insaccati in quanto prodotti con carne suina, ritenuta fuorilegge dalla severa normativa statunitense in materia di igiene e sanità. I nostri antenati ebbero l’idea geniale di nasconderli dentro ai formaggi, nacque così il “Caciocavallo dell’Emigrante”, un prodotto di eccellenza di Vallo di Diano, in provincia di Salerno. Ma viene prodotto anche nell’altopiano della Sila cosentina e in diverse altre zone del Centro e del Sud Italia.
Questo formaggio è fatto con latte, acqua, sale e caglio e al suo interno vengono messi salami, salsicce, sopressate e capocolli.
Oltre che in Italia, il caciocavallo dell’emigrante, oggi è venduto molto anche negli Stati Uniti, dove è conosciuto quasi di più che nel nostro Paese. E’ molto richiesto per il suo gusto unico che unisce la dolcezza del formaggio al cuore deciso fatto di salumi.
E’ perfetto come antipasto o aperitivo accompagnato da una bella fetta di pane cafone e un buon bicchiere di vino.
Fonti:
www.gustosele.it
www.dailybest.it