Procida, l’isola delle case colorate: così i pescatori le distinguevano da lontano
Gen 18, 2021 - Andrea Favicchio
Procida, l’isola dalle case colorate, questa mattina è stata nominata “Capitale italiana della cultura 2022“. Un riconoscimento molto importante che porterà la più piccola delle isole del Golfo di Napoli ad essere al centro di numerosi progetti.
“Il contesto di sostegni locali, pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali e diffusione tecnologica è rilevante per tutte le piccole realtà delle isole mediterranee. Il progetto potrebbe rappresentare, grazie alla combinazione di questi fattori, un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese” – questa la motivazione del Ministro Franceschina sulla scelta dell’isola.
Procida: il perché delle case colorate
Procida però ha una caratteristica particolare, le case tutte colorate. Ma perché così tanti colori tutti diversi? La storia di Procida ha origini antichissime, ritrovamenti archeologici fanno ritenere che l’isola fosse già abitata intorno al XVI – XV a.C. da coloni Micenei.
Successivamente fu abitati dai ricchi romani che venivano in villeggiatura sulla splendida isola. Successivamente, in epoca Medioevale, l’isola fu distrutta numerose volte. La popolazione si rifugiò infatti sul promontorio della Terra, naturalmente difeso da pareti a picco sul mare e in seguito più volte fortificato, mutando così il nome prima in Terra Casata e poi in quello odierno di Terra Murata.
Dal promontorio di Terra Murata si può vedere la caratteristica delle case colorate di Procida. Il motivo di tutti questi colori è da attribuire alla gioia dei pescatori quando rientravano a casa. Infatti grazie ai colori variopinti, ogni pescatore quando tornava dal largo poteva scorgere la propria casa grazie ai differenti colori.