Negli anni Cinquanta e Sessanta era normale veder passare carrettini per le strade di Napoli che vendevano i cosiddetti “pagnuttielli”.
Prodotti in qualche “vascio” venivano poi venduti, in un giorno fisso della settimana, ai clienti del quartiere per strada, ma non di rado anche in qualche rosticceria.
I pagnottielli sono delle pagnotte rotonde lavorate con lo strutto farcite di salame, pezzi di pecorino, ciccioli e uovo sodo. Era una colazione-merenda golosissima, acquistata a poche lire e che veniva divisa tra più persone. Essi sono ben diversi dai panini napoletani che si vendono oggi.
Questi sono fatti con la pasta del pane avanzato e farcita con resti di salumi e pepe, mentre la variante moderna ha sostituito la pasta di pane con una più soffice pasta brioche. Mentre il pagnuttiello tradizionale era fatto con la pasta del tortano, con abbondante sugna e generoso ripieno fatto di ciccioli, pezzetti di carne di maiale croccanti, salumi, formaggio, pepe e uova sode.
A Napoli, ancora oggi, si possono trovare in molte panetterie storiche del centro, soprattutto di Montesanto, della Sanità e ad Antignano. Ma il carretto che si aggirava per i vicoli di Napoli, col suo carico di profumi e calorie, è solo un vecchio ricordo.
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“Mille Paraustielli di Cucina napoletana“, Amedeo Colella
“La pelle di Napoli” di Pietro Treccagnoli