Il 5 maggio del 1821 moriva a Sant’Elena, Napoleone Bonaparte, il più grande condottiero della storia moderna. Egli aveva un legame molto forte con l’Italia e soprattutto con Napoli, infatti la sorella Maria Annunziata Carolina, era regina consorte della città partenopea (dal 1808 al 1815) poiché aveva spostato Gioacchino Murat.
Fu proprio sua sorella minore a regalargli la spada da gala realizzata dagli artigiani torresi. Essa era adornata da 10 cammei in corallo prodotti nella Reale Fabbrica di Paul Barthèlemy Martin di Torre del Greco. I dieci cammei incastonati nell’elsa raffigurano soggetti antichi e mitologici e membri della famiglia imperiale. Due dei tre cammei sulla coccia rappresentano due teste virili: sulla destra un profilo di divinità guerriera, forse Marte.
All’estremità opposta una testa di guerriero con sulla spalla destra un clipeus romano ornato da una testa di leone. Al centro c’è un profilo femminile di tre quarti, che ricalca i lineamenti di Carolina Bonaparte. Al centro dell’impugnatura c’è il profilo sinistro di Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone.
Altri cammei con teste femminili decorano la parte alta del fodero, del guardamano e del pomo. Su quest’ultimo, c’è un cammeo con una testa muliebre con berretto di Frigia, allegoria della Francia e simbolo di libertà.
Oggi la spada di Napoleone è custodita presso il museo napoleonico di Fontainebleau, in Francia.
La lavorazione del corallo è un’arte diffusa a Torre del Greco che vanta sei secoli di artigiani e che affonda le sue origini addirittura nell’antica Grecia. Il prezioso oro rosso veniva lavorato e plasmato dalle donne torresi: i coralli venivano pescati dagli uomini ma venivano trasformati dall’inventiva femminile. Essi divennero famosi in tutta Europa grazie a Carolina Bonaparte.
Fonti:
“L’eredità trapanese e gli esordi della lavorazione del corallo nel napoletano“ di Cristina Del Mare
Incisione a Cammeo – patrimonio dell’umanità