Occhio di Santa Lucia, il potente portafortuna napoletano contro il malocchio


L’Occhio di Santa Lucia viene usato al Sud, in particolar modo, come ciondolo portafortuna contro il malocchio. Da antiche credenze pagane, era un segno di riconoscimento per le genti che venivano dal mare.

Occhio di Santa Lucia, amuleto contro il malocchio

In natura è lo scudo di protezione di un mollusco chiamato Astrea rugosa diffuso in tutto il Mar Mediterraneo. L’opercolo ha una forma ellittica e con dimensioni che variano dai due ai tre centimetri, a spirale piatta e bianca all’interno con sfumature che vanno dall’arancio, al rossiccio, al bruno all’esterno. Quando il mollusco muore, l’Occhio di Santa Lucia si stacca dal corpo e viene trasportato verso la spiaggia dalle correnti marine. Per chiunque lo ritrovi è segno di buona fortuna ed è considerato un potente amuleto contro il malocchio.

Grazie alla sua forma circolare e al colore lucido ha trovato facilmente impiego in gioielleria per la realizzazione di gioielli come ciondoli, orecchini e anelli.

Questo mollusco chiamato anche “trottola rugosa” per la sua forma, vive nei fondali rocciosi dove si nutre di alghe. Il coperchio (l’opercolo) è una specie di tappo che protegge il mollusco ed è costituito da calcio ricoperto da uno strato corneo. Esso viene ritrovato sulle spiagge del sud Italia e della Sardegna ed è adoperato in gioielleria per farne dei ciondoli. E’ associato a Santa Lucia, la protettrice degli occhi perché ricorda vagamente un occhio.

All’Occhio di Santa Lucia viene associato il potere dell’occhio buono contro l’occhio malevolo (malocchio). Ma oltre a questo attribuito apotropaico gli viene associato anche il potere contro le malattie degli occhi, come la cataratta.

L’occhio di Santa Lucia nel mondo è conosciuto anche con altri nomi: “occhio di Naxos” in Grecia, “occhio di Shiva” in India, “occhio di gatto” in Australia e Nuova Zelanda e “moneta di sirena” in Sudafrica.

Per gli uomini che vivono vicino al mare “l’Uocchio ‘e Santa Lucia” viene portato al collo a scopo difensivo, mentre per quelli che vivono di terra l’occhio di Santa Lucia è la tonda nocciola (Corylus avellana).

Ogni anno, ad esempio, a Vico Equense nel giorno della vigilia di Santa Lucia, dal tetto della trecentesca e omonima cappella del borgo di Massaquano si tiene il tradizionale lancio delle nocciole. Queste benedette dal parroco, sono raccolte dai fedeli che portandole a casa si assicurano la protezione dalle sventure.

La ricetta dei tarallini

Gli occhi di Santa Lucia sono anche dei piccoli tarallini dolci tipici del sud Italia, e in particolare della Puglia. L’impasto base viene cotto al forno e poi immerso in una glassa all’acqua. Il risultato finale sono dei tarallini che si preparano, a partire dal 13 dicembre, giorno di Santa Lucia e si consumano per tutto il periodo delle feste natalizie.

Fonti:

Fondali Campania

Soppelsa O., 2016 – Dizionario zoologico napoletano. M. D’Auria Editore, Napoli.

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