Passeggiando o percorrendo anche brevemente il Ponte della Maddalena, è possibile notare due edicole, poste parallelamente ai lati della strada, di due santi ben noti. A fare da “guardia” ad uno dei ponti più antichi di Napoli ci sono infatti San Giovanni Nepomuceno e il Santo patrono della città. Forse non tutti sanno del mito che si cela dietro la statua di San Gennaro, proiettata in direzione del quartiere di San Giovanni a Teduccio e collocata in quell’esatto punto per un motivo risalente a quasi tre secoli fa.
Costruito nel IX secolo per collegare Napoli e San Giovanni a Teduccio, il Ponte della Maddalena nel corso dei secoli è stato protagonista di molte vicende storiche. Era il 1767 quando sul tratto di ponte che segnava il confine tra San Giovanni a Teduccio e Napoli avvenne un miracolo. Il 19 ottobre di quell’anno, infatti, il Vesuvio si risvegliò, portando solo caos e distruzione nella città di Napoli.
Dal suo cratere uscì un’enorme quantità di lava, la quale discese i fianchi del vulcano passando per le zone dove sorgevano vigneti e case. “L’eruzione del Vesuvio – scrive Ludovico De la Ville Sur-Yllon in una topografia del XIX – fu terribile e riempì tutti di spavento: il tuonare continuo, la vista della colonna di fuoco, s’innalzava sul vulcano. La lava scorrente da ogni parte fece temere della distruzione della città.”
In preda al panico e al terrore, i cittadini napoletani organizzarono processioni e penitenze. Furono proprio loro a prendere la decisione di portare una statua di San Gennaro sul ponte. Ludovico narra che “il popolo corse in folla al Duomo chiedendo a grandi grida di trasportare sul Ponte della Maddalena il busto di San Gennaro”. La loro speranza era che il Santo fosse in grado di imporsi al Vesuvio e cessare così l’eruzione.
E fu proprio quando la statua del Santo fu portata sul ponte che avvenne il miracolo. Raffigurato con un braccio teso e la mano a palmo aperto, sembrava quasi che il Santo patrono di Napoli ordinasse alla lava di fermarsi. Una cosa che accadde proprio poco distante da dove i cittadini avevano collocato la sua statua.
L’edicola in cui è conservata la statua di San Gennaro fu istituita nel 1777 per iniziativa del padre domenicano Gregorio Rocco. A modellare la statua fu Francesco Celebrano, scultore e pittore di “famiglia” del re Ferdinando IV di Borbone. Oggi l’edicola appare senza alcuna iscrizione, eppure quando in passato ne erano presenti ben tre, così come riporta Ludovico De la Ville Sur-Yllon.
Ancora oggi la statua del miracolo si trova proprio sul punto in cui i cittadini la collocarono per arrestare la lava del Vesuvio. Un monumento che, rimanendo ben visibile a tutti i passanti, sembra non voglia far dimenticare i miti del passato. E, soprattutto, ricorda che ogni catastrofe, prima o poi, giungerà al suo termine.