Santa Maria Capua Vetere al centro di interesse culturale nazionale ed internazionale. Su iniziativa del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo presieduto da Dario Franceschini, l’antico tracciato della Via Appia con i si candida a diventare patrimonio Unesco. Avviata la procedura che potrebbe portare al riconoscimento di diversi siti sammaritani. In primis l’ anfiteatro Campano, l Arco di Adriano e il Museo Dell’ Antica Capua oltre alle recenti evidenze archeologiche di via Aldo Moro che hanno portato alla luce dei pezzi dell’ antica strada romana. Questo pezzo di via Appia che wmerso in città faceva parte del tratto di strada antica che da Casilinum (odierna Capua) portava a Calatia (oggi Maddaloni) passando per Piazza San Francesco e proseguendo lateralmente all’attuale via Nazionale Appia. L’Arco di Adriano, di cui rimane un solo fornice, doveva essere la porta d’ingresso per chi da Nord entrava aSanta Maria.
La via Appia fu la prima strada consolare romana, una delle opere d’ingegneria più grandi del mondo. Il primo tratto fu fatto costruire dal censore su una già esistente via che collegava Roma ai Colli Albani, prolungandola sino a Santa Maria Capua Vetere, passando per Ariccia, Terracina, Fondi, Itri, Formia, Minturno e Mondragone. Dopo la sconfitta di Pirro nel 268 a.C., fu estesa fino a Benevento, conosciuta allora come Maleventum. Sempre nel III secolo venne ampliata sino a Taranto e solo verso il 190 a.C. raggiunse il porto di Brindisi, passando per Troia (FG), Canosa di Puglia e Bari.
Il Ministero della Cultura ha avviato l’iter di candidatura della Via Appia Antica, nel percorso integrale da Roma a Brindisi e comprensivo della variante traianea, per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Le ben conservate testimonianze infrastrutturali, archeologiche architettoniche, funerarie e civili della via Appia, distribuite lungo l’intero tracciato, rappresentano un patrimonio culturale di eccezionale importanza. “La via Appia è un itinerario da valorizzare e da porre al centro del turismo lento per rafforzare l’offerta di nuovi attrattori come i cammini e i percorsi sostenibili, fondamentali per lo sviluppo in chiave culturale delle aree interne, ma anche per la tutela del nostro patrimonio. La Regina Viarum unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei”. Così il ministro della cultura, Dario Franceschini, commenta questa candidatura, la prima promossa direttamente dal ministero e che vede il coinvolgimento di numerosi uffici centrali e periferici del MiC. Come noto, l’antico asse viario, il primo concepito come “via publica”, fu il prototipo dell’interno sistema viario romano che, con i suoi 120.000 km di lunghezza, costituisce ancora il nerbo dell’articolata viabilità del bacino del Mediterraneo. 74 comuni, 15 parchi, 12 città, 4 regioni, 25 università uniti per tutelare, valorizzare e promuovere il sito “Via Appia. Regina Viarum”, che era già presente nella Lista propositiva italiana. L’obiettivo è ora quello di proporne l’iscrizione come “sito seriale”, tipologia prevista dall’Unesco nelle Linee guida operative della Convenzione per la protezione del Patrimonio culturale e naturale del 1972. A tal fine, a seguito di appositi sopralluoghi sul campo, con il supporto di tutti gli Uffici del Ministero competenti per i diversi territori, sono stati individuati e perimetrati i tratti dell’antica strada, con le varianti e le diramazioni, che saranno presentati quali componenti del sito che si vuole iscrivere in quanto ritenuti maggiormente rappresentativi dell’Eccezionale Valore Universale del bene e rispondenti ai requisiti definiti dall’Unesco. Il Ministero della Cultura sta inoltre investendo importanti cifre nel restauro e nella valorizzazione di alcune evidenze archeologiche situate lungo il percorso della Via Appia.
Con una nota ufficiale, il Comune di Santa Maria Capua Vetere esulta:
In questo processo il MiC ha inoltre previsto di investire importanti risorse nel restauro e nella valorizzazione di alcune evidenze archeologiche situate lungo il percorso della Via Appia. “Abbiamo sempre creduto nel percorso dell’Appia Antica come volano per il turismo e la cultura della nostra città. Con il MiC, il Polo Museale, la Soprintendenza, l’Università e la Regione Campania abbiamo avviato, già nel 2016, una proficua rete istituzionale – ha ricordato il Sindaco – attraverso la quale abbiamo gettato le basi di quel trait d’union tra la storia della Regina Viarum e le sue prospettive future; la mostra di Paolo Rumiz nel 2016 e, a seguire, gli eventi dell’Appia Day così come il convegno “Appia: Regina Viarum” rappresentano solo alcune tappe di una “visione” che, oggi, avrà la possibilità di sfruttare importantissime e concrete risorse grazie alla procedura avviata dal Ministero della Cultura. Questo è un momento fondamentale da questo punto di vista e l’idea è quella di sfruttare al meglio questa fase, anche con la costituzione di un comitato scientifico, composto da Istituzioni e professionalità, per lavorare sia su questo grande progetto che sulla volontà, già espressa dal Consiglio comunale, di candidare nei prossimi anni Santa Maria Capua Vetere a Capitale della Cultura, proseguendo in questo modo quel percorso avviato prima della pandemia e che intendiamo rilanciare con forza ed entusiasmo per una seria e concreta valorizzazione della nostra Città”.