Unità di misura in napoletano: da nu filo d’uoglio a ‘na carta ‘e maccarune
Set 20, 2022 - Salvatore Russo
Unità di misura in napoletano. Oliera napoletana
Unità di misura napoletane. La lingua partenopea oltre ai proverbi, fonti di eterna saggezza, nel suo meraviglioso scrigno di tesori conserva ancora dopo secoli di storia delle parole ed espressioni in uso nel linguaggio colloquiale e casalingo in grado di raccontare l’antichità applicata alla modernità durante una giornata di vita quotidiana. Ne è un esempio lampante quando esprimiamo le unità di misura per contare, pesare e misurare.
Nu surzo ‘e vino
Si fa riferimento ad una minima quantità di vino o di qualsiasi altra bevanda che è possibile ingerire rapidamente anche trattenendo il respiro. Surzo ha origine dal verbo latino “sorbere”che significa “bere”. Nelle osterie anticamente si beveva soprattutto vino, serviti a tavola in fiaschi o in piccole bottiglie chiamate quartini.
Nu filo d’uoglio
Ancora oggi lo utilizziamo spesso quando si cucina. Questo modo di misurare la quantità di olio necessaria nel condimento o preparazione di un alimento trae origine dai pizzaioli napoletani che già molto tempo fa utilizzavano l’oliera napoletana. L’oggetto consente di la caduta a filo dell’olio.
Nu panaro d’ova
Questa espressione si è persa nel corso del tempo. Faceva riferimento all’ovaiola che vendeva le uova per strada contenute in un panaro, un cestino intrecciato in vimini. Invenzione tutta napoletana.
‘Na nzerta ‘e castagne
Quando si parla di ‘nzerta si intende in napoletano il ramo che si desidera innestare su una vecchia pianta. Deriva dal verbo latino “inserere” che significa appunto “inserire”. Nel linguaggio tramandato negli anni è recepito come una fronda ricca di frutti.
‘Na carta ‘e maccarune
Molto tempo fa i maccheroni venivano venduti sfusi o comunque a peso. Il salumiere li pesava e poi li incartava con le mani avvolgendoli in una carta pesante di colore azzurro. Non si sa di preciso “una carta” a quanto corrispondesse con ogni probabilità ogni carta ‘e maccurune corrispondeva ad un chilo.