Napoletano mangiamaccheroni. Era l’appellativo riferito al popolo napoletano che nel corso del ‘700 è’ 800 consumava pasta in grande quantità. Un modo di indicare il napoletano che assunse un significato dispregiativo al pari dell’odierno terrone.
Prima dell’avvento della pasta, il popolo napoletano nei secoli precedenti, intorno al ‘600, per alimentarsi in periodi di grande povertà mangiava soprattutto verdure, la verdumma come si diceva in dialetto. Popolo affamato che volente o nolente era costretto a cibarsi di quello che passava il convento. E fino al’ 700 la ricchezza della terra consentiva buoni raccolti. Da qui il forte consumo di verdure.
I napoletani che mangiavano pasta erano facile preda di sfottò e di curiosità tra i turisti che amavano guardare il popolo affamato che ingurgitava voracemente la pasta con le mani. Scene di vita quotidiana che fecero la fortuna anche di fotografi e artisti. Nelle loro opere infatti le rappresentavano.
Fu il regime fascista a porre fine a questo luogo comune sul popolo napoletano. Vieto’ a tutti, irrogando pesantissime sanzioni, di produrre e vendere foto con il popolo che mangia la pasta. Il regime teneva moltissimo all’immagine dello Stato e questa rappresentazione di fame e povertà gettava fango sullo stato di salute dell’Italia tutta.