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Video. Maschio Angioino: le sue evoluzioni, non è stato sempre così

Castel Nuovo, o meglio noto come Maschio Angioino, uno degli sette castelli di Napoli, a partire dalla fine dell’Ottocento, ha vissuto profonde trasformazioni. Nella seconda metà del predetto anno, videro luce i lavori per il ripristino dell’area esterna, e fu l’occasione per rendersi conto dello stato in cui il monumento si era ridotto. Adottate e seguite le dovute procedure e competenze, il Castel Nuovo, vede la sua più forte ascesa. I lavori non durarono poco ma, il risultato è degno testimone e tributo del tempo occorso. Vediamo nei dettagli cosa accade.

Durante il XX secolo Castel Nuovo si mostrava elmo di costruzioni che avevano soffocato e oscurato l’area circostante; in questo stesso periodo, iniziarono, a cura del Comune i lavori di isolamento del castello dalle costruzioni contigue. Aveva trovato diritto di piena cittadinanza l’affermazione del riconoscimento del valore (dal punto di vista storico e culturale) della fortezza.

Nel 1924 arriva un primo barlume di speranza per un’ attesa liberazione: la spianata viene liberata da edifici e capannoni. Inizia, quindi, l’opera di ripristinazione dei fossati.

1927 Restauro della spettacolare cortina occidentale

1930 Termina il lavoro di ripristino sulle torri

1933 Conclusione dei lavori della cortina dell’ala meridionale

1938 Iniziano i lavori sulla facciata a mare

Negli anni Quaranta, il Castel Nuovo, è proprio come lo immaginava il re Alfonso il Magnanimo.

Castel Nuovo è ora sede del Museo Civico, suddiviso nel seguente modo: Sala dell’Armeria, la Cappella Palatina, il primo ed il secondo piano della cortina meridionale, la Sala Carlo V e la Sala della Loggia, entrambe volte ad accogliere le iniziative di eventi di stampo prettamente culturale.