Per “I luoghi di Napoli”, una volta oltrepassata Port’Alba e sorpassata l’affascinante Piazza Bellini, è il momento per i nostri lettori-turisti di girare a destra, per passeggiare lungo via San Sebastiano fino a giungere alla maestosa Piazza del Gesù Nuovo.
Via san Sebastiano è una via del centro antico di Napoli, che immette sulla sinistra direttamente con Spaccanapoli. Il toponimo di San Sebastiano è spiegato dalla presenza del vicino Monastero di San Sebastiano e Teodoro in viridario, ovvero un edificio che negli anni è divenuto Collegio Reale, poi dopo il 1769 Conservatorio di Musica, successivamente dopo il 1820 cittadella scolastica dei Gesuiti; oggi questo immobile occupa un’area che un tempo era ricca di giardini pensili e aiuole verdi che si estendevano sino a via Costantinopoli a Porta Donnoroso, fino a giungere a Piazza Cavour a Sud di Porta Cumana.
Come la maggior parte dei blocchi urbani esistenti nel perimetro della Napoli storica, anche via San Sebastiano arranca sul fronte della pendenza di Caponapoli e Sant’Andrea delle Dame; la via, conosciuta e rinomata dai partenopei per via dei suoi famosi negozi di strumenti musicali, è impreziosita dalla Torre Campanaria di Santa Chiara che si scorge in lontananza, lo spigolo di Palazzo Filomarino della Rocca, la minutissima cappella di Santa Marta, la chiesetta di Sant’Alfonso Maria de’Liguori e infine le forme gotiche del complesso monumentale di San Pietro a Majella: tutto questo patrimonio fece da scenario durante i moti rivoluzionari di Masaniello del 1646-47. In questo punto Luigi Vanvitelli, pittore e architetto italiano, anticiperà di qualche secolo le trasformazioni urbanistiche del Risanamento di Napoli, culminate poi dall’esasperazione del regime fascista, di voler a tutti i costi ‘allineare’ la città.
Le zone che furono ‘risparmiate’ fortunatamente riguardano la stretta e lunga via San Sebastiano, che si comporta in maniera ‘indipendente’ dal bastione dell’antico monastero e il concepimento edilizio di Piazza del Gesù Nuovo, una delle piazze più importanti e famose di Napoli, simbolo del centro storico. La maestosa piazza prende il nome dalla celebre Chiesa del Gesù Nuovo, posizionata sul decumano inferiore e ben collegata altri siti importanti della città (come via Roma, via Monteoliveto, Piazza Dante, Piazza San Domenico Maggiore e così via- ndr). La bellissima piazza, architettonicamente complessa, sfoggia sulla facciata della Chiesa, interessante per il suo bugnato a punta di “diamante”, caratterizzato da piccole piramidi aggettanti verso l’esterno in pietra piperina (esempio tipico del barocco napoletano; la facciata infatti fu costruita su ciò che era Palazzo Sanseverino – ndr), una targa UNESCO, con incisa la motivazione per la quale il centro storico di Napoli è divenuto Patrimonio dell’Umanità.
Piazza del Gesù, fulcro di storia e avvenimenti del passato, ruota intorno a un monumento molto importante: l’Obelisco dell’Immacolata, una maestosa guglia in marmo bianco e bardiglio posta perfettamente al centro del piazzale. Convergono in Piazza del Gesù, numerosi palazzi nobiliari in stile tardo-barocco come Palazzo Pandola, Palazzo Pignatelli di Monteleone, ma anche un complesso architettonico d’età medioevale, la Chiesa delle Clarisse; ci sono inoltre altri due monumentali edifici: Palazzo delle Congregazioni e Palazzo Professa, entrambi divenuti due licei statali, rispettivamente Genovesi e Eleonora Pimentel Fonseca.
La più grande chiesa in stile gotico della città è Santa Chiara, famosa per il sepolcreto ufficiale dei Borbone, dove riposano i sovrani de Il Regno delle due Sicilie, da Ferdinando a Francesco II. Il Monastero, voluto dalla dinastia angioina, fu fatto edificare secondo forme e fattezze provenzali da Gagliardo Primario, architetto del ‘300. Nel ‘700 gli interni della chiesa furono impreziositi e ristrutturati da opere barocche del Vaccaro, ma anche da Fuga che creò il pavimento decorato; degni di nota in Santa Chiara sono il presbiterio, gli affreschi trecenteschi, l’antico organo a canne e il meraviglioso chiostro maiolicato.
Tramite l’accesso del Museo dell’Opera di Santa Chiara, è possibile visitare i chiostri delle Clarisse, dei Frati Minori e di servizio: un paradiso di natura e maioliche, affreschi barocchi e volte a crociera, giardini e riggiole dipinte danno un volto nuovo al complesso dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Il giardino, circondato da un ambulacro rialzato con un muretto che raffigura paesaggi, scene campestri e mitologiche, sfoggia tra le aiuole fontane ricoperte da maioliche riproducenti figure di leoni del XIV secolo.
Nel corso dei secoli il Monastero è stato più volte rimaneggiato: un ammodernamento avvenne nel ‘700, quando grazie a cospicue donazioni da parte di famiglie aristocratiche, la badessa permise una maggiore apertura verso l’esterno. Infatti la nuova struttura doveva rompere l’austerità rendendo gli spazi più armoniosi, affascinando gli ospiti con la fusione tra architettura e natura; pratico esempio è il terrazzo al secondo piano, denominato luogo di delizie per la sua visuale sulla città e lo splendido panorama sul mare.