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Vico Equense: le meravigliose Terme dello Scrajo

Affaccia su uno degli scorci più suggestivi e mozzafiato della Penisola Sorrentina e ospita una delle strutture termali più complete e all’avanguardia, corredata da centri benessere, una spiaggia privata con splendide acque sulfuree e ristoranti e hotel a picco sul mare. Di cosa stiamo parlando? Delle meravigliose Terme dello Scrajo a Vico Equense.

Vico Equense vanta una delle zone termali più rinomate della Campania e si trova incastonata tra i Monti Lattari (la cima del Monte Sant’Angelo è quella che svetta più in alto con 1444 m – ndr) e il Golfo di Napoli, sorgendo magicamente su un banco tufaceo e calcareo, affacciando a circa 90 m di altezza sul Mar Tirreno; osservando il panorama si può ammirare un pendio montuoso e scosceso verso il Golfo di Sorrento e il mare che bagna la città lungo tutta la costiera amalfitana, nelle vicinanze delle isole de Li Galli, un arcipelago appartenente al comune di Positano, formato da tre isole: la Rotonda, dei Briganti e Gallo Lungo, abitata sin dai tempi dei Romani; Strabone per esempio, cita queste isole poiché abitate da incantate sirene e anche Federico II di Svevia nel 1225, le apostrofa con tres Sirenas quae dicitur Gallus.

Chiesa Santissima Annunziata

Dal punto di vista storico Vico Equense risulta abitato e popolato già dal VII sec. a.C., in quanto furono ritrovati corredi funerari e necropoli negli anni ’60; la prima citazione scritta invece risale al I secolo, quando Silio Italico, nel poema Punica, cita un guerriero proveniente da un villaggio vicino Sorrento. In realtà documenti medioevali confermano l’esistenza di Aequa, un borgo nel tratto di costa che oggi è identificato con la frazione di Seiano, anche se molto probabilmente doveva esistere anche una piccola cittadella a impianto ippodameo (così denominato per via di Ippodamo da Mileto, architetto e urbanista greco antico – ndr), sul pianoro dove sorge la città attuale, spopolatasi poi durante il Medioevo.

Successivamente con l’arrivo degli Angioini e degli Aragonesi la zona venne nuovamente abitata e circondata da possenti mura per contrastare gli attacchi frequenti dei pirati che solevano compiere razzie e scorribande: in quel periodo vennero costruite anche la cattedrale con l’episcopato connesso e il Castello, ma anche svariate chiese, piccoli borghi e frazioni dando il via allo sviluppo dell’urbanistica stradale per mettere in comunicazione le piccole cittadine. Da quel momento in poi parecchi comuni della zona godettero di tanto turismo, sopratutto durante i periodi estivi per la bellezza incontaminata di alcuni siti meravigliosi, come per esempio Castellammare di Stabia, famosa per il corallo rosso del banco di Santa Croce.

Antiche sorgenti Castellammare di Stabia

Le Terme dello Scrajo costituiscono in realtà uno degli attrattori turistici più forti di Vico Equense: l’acqua minerale, di tipo sulfurea-salso-bromo-iodica, che alimenta le fonti e sgorga in abbondanza, eroga circa 24mila m cubi al secondo, e ha proprietà che permettono di curare varie patologie legate all’apparato osteoarticolare, ma anche respiratorio, dermatologico e ginecologico. Nelle Terme vengono proposti infatti ai clienti vari servizi, quali terapie con bagni, fanghi, inalazioni, massaggi, irrogazioni e idromassaggi; si praticano inoltre trattamenti di elettroterapia, fototerapia, logopedia, politzer, docce nasali, irrigazioni vaginali, linfodrenaggio e antistress. Tutto il centro termale dello Scajo dispone di discese in spiagge, puntellate da caratteristiche torri di vedetta, e grazie all’acqua marina, caratterizzata da una componente sulfurea, i clienti potranno provare sulla loro pelle i benefici psico-fisici. L’acqua delle Terme dello Scajo, famosa e molto rinomata anche all’estero, viene difatti adoperata per curare patologie cutanee, muscolo-scheletriche, otorinolaringoiatre e respiratorie, ma non mancano anche terapie legate alle cure ginecologiche, reumatiche e del ricambio in generale.

Dopo essersi deliziati e rilassati nelle bellezze delle Terme dello Scajo, inoltre i turisti di sera potranno gustarsi l’armonia di Vico Equense con la visita di monumenti in numerosi centri d’interesse storico e importanti siti archeologici: la chiesa della Santissima Annunziata per esempio, situata a strapiombo sul mare, è uno degli esempi dell’architettura gotica con facciata barocca, e custodisce gelosamente alcune tele del periodo rococò e i resti funerari di Gaetano Filangieri (giurista e filosofo italiano – ndr) in un’urna. Dopo una cena sulle immense terrazze che affacciano sul mare, dove nei tanti ristoranti della zona si può gustare pesce prelibato pescato nel Mediterraneo, i turisti potranno anche visitare l’interessante Castello Giusso.

Ristorantini a Scrajo.

Edificato tra il 1284-89 per volere della dinastia angioina, il Castello Giusso è stato prima utilizzato come struttura militare, e poi come residenza privata: venne chiamato in tal modo per il proprietario, Girolamo Giusso, che lo fece restaurare con copiosi lavori durante il XIX secolo e abbellire con una piccola cappella e un ciclo di affreschi all’interno di alcuni grandi e spaziosi saloni.

Bibliografia:

– Manfredi Fasulo, La Penisola Sorrentina, Napoli 1906.

– Luigi De Gennaro, Vico Equense ed i suoi villaggi: storia e folklore, studi e ricerche, Napoli 1929.

– Salvatore Ferrato, Vico Equense tra passato e presente: cultura e immagini di un paese della costiera sorrentina, Napoli 1987.