Le vie di comunicazione hanno rappresentato un altro grande primato per il Regno delle due Sicilie, un vero e proprio vanto. La straordinaria lungimiranza dei sovrani borbonici ha permesso lo sviluppo di innovazioni storiche, se non addirittura rivoluzionarie, nel campo. Basti pensare alla prima linea ferroviaria Napoli – Portici, costruita con del materiale proveniente da due poli siderurgici meridionali: Mongiana e Pietrarsa.
Nel campo navale la Ferdinando I fu il primo piroscafo a solcare i mari del Mediterraneo. La Napoli capitale poteva vantare su cantieri navali tra i più importanti al mondo: il polo cantieristico di Castellammare di Stabia.
E sull’onda dell’entusiasmo dei grandi traguardi tecnologici della cantieristica duosiciliana, che colpevolmente la Storia non insegna ai giovani meridionali, la potenza navale del Regno delle Due Sicilie basava il suo primato in Italia come regno più avanzato tecnologicamente e più ricco.
Nel 1854, due fratelli palermitani, Luigi e Salvatore de Pace, costituirono la società di navigazione Sicula Transatlantica allo scopo di organizzare un servizio diretto di vapori fra Palermo e New York. Nei cantieri della James & G. Thomson di Glasgow, il calabrese Vincenzo Florio, grande imprenditore dall’indole dinamica e innovativa, realizzò per 18.500 sterline, la costruzione del transatlantico Sicilia. La scelta di lavorare in un cantiere britannico è dovuta al fatto che i migliori si trovavano proprio nel Regno Unito.
Da “Il Giornale del Commercio”:
Questo nuovo piroscafo fa molto onore all’egregio signor Vincenzo Florio , e noi crediamo di adempiere ad un debito di riconoscenza nel fargliene i più vivi ringraziamenti in nome di tutto il commercio. Possa intanto questo esempio lodevolissimo essere di sprone ad altri imprenditori amanti dell’Isola onde stabilire varie linee di comunicazione giornaliera ne diversi porti della Sicilia.
Il piroscafo a vapore fu varato il 16 gennaio 1853. Il 31 marzo 1854, il Sicilia lasciò Clyde, celebre fiume scozzese, al comando del capitano John Carson, con un equipaggio di 24 uomini. Durante il viaggio, entrò in collisione col vapore Ercolano. A seguito dello scontro, morirono 48 persone tra passeggeri e uomini dell’equipaggio. Nonostante l’imprevisto, dopo una breve sosta a Marsiglia giunse a Genova e il 16 maggio scese fino a Palermo.
Dopo aver superato lo stretto di Gibilterra, la nave raggiunse il Tropico del Cancro e successivamente virò verso la costa orientale degli Stati Uniti, dando fondo alle ancore nella baia del Hudson. Il Sicilia divenne così la prima nave a vapore italiana a toccare il Nord America. Il primo battello a vapore italiano giunto in America fu festeggiato il 4 luglio.
La vita del primo transatlantico italiano fu breve, di soli 6 mesi. Infatti il 20 ottobre del 1854 il piroscafo Sicilia affondò al largo di Cork, nell’Irlanda meridionale. Ma quell’esperienza, quel primato, riecheggia tutt’oggi e deve essere da monito per le nuove generazioni. Al Sud si può fare impresa, al Sud si può fare innovazione tecnologica, dal Sud non si deve più emigrare..
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