In uno spicchio di Tirreno sorgono le terme di Sorgeto

La bellissima isola d’Ischia è considerata storicamente uno degli stanziamenti greci più antichi in Italia: le fonti storiche fanno risalire la sua fondazione alla prima metà dell’VIII secolo a.C. dai Greci di Eretria e di Calcide in Eubea (un’isola della Grecia – ndr), e letteralmente il termine Pithecusa o Pitecussa significa “terra popolata dalle scimmie”; qui, in questo paradiso di mare e di sole, di rovine, agricoltura e gusto si trovano tantissimi stabilimenti termali, essendo l’isola d’Ischia un vero e proprio atollo vulcanico.

Ischia infatti rappresenta la porzione sommitale di un apparato vulcanico alto circa 900 m dal fondo del mare. Essa copre un’area di circa 46 km quadrati e raggiunge un’altezza massima di 787 m sul livello del mare, in corrispondenza del Monte Epomeo, situato nella parte centrale dell’isola. L’isola è costituita da rocce vulcaniche, da depositi di frane e da rocce sedimentarie terrigene, per tal motivo l’attività vulcanica è connessa con le fasi tettoniche a carattere distensivo che hanno caratterizzato l’evoluzione del margine tirrenico della Catena Appenninica tra il Pliocene e il Quaternario. Tutta l’isola è stata caratterizzata da diversi periodi di attività e ha dato luogo anche a grandi eruzioni esplosive, come quella del Tufo Verde del Monte Epomeo verificatasi circa 55mila anni fa; l’ultima eruzione raccontata nei libri di storia è avvenuta nel 1302 e ha portato alla formazione della Colata dell’Arso. L’Osservatorio Vesuviano e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia monitora costantemente Ischia, l’isola che ribolle, sopratutto in determinati periodi “caldi” dell’anno.

Con l’arrivo della primavera e con l’estate inoltre la splendida isola d’Ischia viene completamente presa dall’assalto dai turisti, provenienti da ogni dove; in media sono i turisti tedeschi che adorano l’isola sopratutto per le affascinanti terme e per i copiosi benefici derivanti dai suoi vapori naturali, dalle calde acque, dai sali minerali, dai fanghi argillosi e dall’atmosfera idilliaca degli scenari paesaggistici. Una delle baie più deliziose dell’isola d’Ischia è infatti la piccola Baia di Sorgeto: tale anfratto intessuto tra lembi di mare e rocce vulcaniche, si trova ai piedi di Punta Chiarito e offre un riparo ideale per le barche, soprattutto dai venti di maestrale, vento frequente nella zona e questo requisito di “sicurezza marinaresca” era stato rintracciato anche dai Greci che scelsero l’approdo in virtù dell’area un po’ nascosta e riparata: nel 1989 infatti ci fu un ritrovamento fortuito di muri a secco a seguito di uno smottamento che diede l’avvio tra il 1993 e il 1995 ai lavori di scavo che permisero il ritrovamento di una fattoria greca tenuta da agricoltori benestanti, come dimostra la buona fattura dei vasi che sono stati rinvenuti, permettendo di anticipare lo sbarco dei primi coloni greci di circa 20 anni rispetto all’originaria ipotesi, cioè intorno al 790-780 a.C.; da qui i coloni avrebbero esplorato via via l’isola per stabilirsi sulle alture del Monte Vico, nella zona settentrionale dell’isola.

Sorgeto (il nome deriva dal termine sorgente – ndr) pertanto è una mini-baia ritemprante, unica al mondo, che si adagia al termine di scoscesi appigli per l’agave, a Ovest dell’inconfondibile istmo di Sant’Angelo. È raggiungibile in barca o da una ripida e lunga scalinata, cui s’accede dopo un dedalo di stradine che si biforcano dalla frazione del Comune di Panza, assegnata alle cure di San Leonardo, che sovrintende ai mitici tempietti rurali: le cantine della famosa uva biancolella e della malvasia. A Sorgeto trionfano il dolce e il salato contemporaneamente: l’acqua marina si confonde con quella termale che sgorga ai piedi del costone sulla cui sommità anticamente i Greci costruirono un gruzzolo di capanne intorno a un vigneto, lo testimoniano gli scavi che Costanza Gialanella (funzionario responsabile dell’Ufficio Archeologico di Ischia – ndr), ha condotto con la Sovrintendenza nel sito appunto denominato Punta Chiarito. Tra un bicchiere di vino e l’altro, i Pithecusani impararono a conoscere perfettamente le virtù dell’abbinamento tra le acque, aggiungendovi anche del vino denso. Nell’isola che racchiude in sé tanti tesori balneo-termali, i confini di Sorgeto da sempre sono segnati dal ricordo piacevole di un incontro con se stessi e con la natura più frizzante.

Paradigma del riposo intelligente, Sorgeto è uno spicchio di Tirreno che racchiude una conca termale caldo-fredda: scogli, pesciolini e granchi nelle pozzette; polle bollenti e minerali dove è possibile anche far cuocere al vapore del cibo da portare con sé, come patate o uova; inoltre saune, fanghi e vapori terapeutici. Per magia è tutto presente nello stesso luogo selvaggio, ricco di benessere dove la Natura, Madre di tutti i vulcani flegrei e delle loro sbuffanti fumarole, regalò a Ischia nella notte dei tempi. Non si può rinunciare a un tuffo rigenerante nel blu: a Sorgeto c’è un gratuito paradiso in miniatura, dove il sole tramonta col suo arancione violento mescolandosi alle rocce tufacee che di sera si riflettono sulla riva.

Sitografia e bibliografia:

– Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli, www.archeona.beniculturali.it.

– Ischia, www.ischiaonline.it

– Agostino Polito, Ischia: guida all’isola più bella.

– Strabone, Geografia V, 4,9.