L’arcipelago “Li Galli”: sapete perché è chiamato anche “delle Sirene”?
Apr 16, 2015 - Claudia Ausilio
Arcipelago Li Galli o “delle sirene”, dove Ulisse, il vincitore di Troia e protagonista dell’Odissea di Omero, riuscì a resistere al canto delle sirene facendosi legare all’albero della sua nave, su consiglio della maga Circe. E dove gli Argonauti si salvarono grazie al suono della lira di Orfeo, che emetteva suoni più potenti di quelli delle sirene.
Quest’ultime per l’umiliazione si gettarono in mare, tramutate in sassi, una di queste Partenope, prima di suicidarsi decise di nuotare fino alla costa, che d’allora prese il nome di Neapolis (“città nuova”). Il luogo mitologico dove morì è ricordato dalla bellissima “fontana della Sirena”, a Mergellina al centro di piazza Jacopo Sannazzaro.
Il primo a narrare di queste isole fu Strabone, geografo greco del I secolo a.C. nella sua “Geografia”, identificandole come sedi delle Sirene e dando loro il nome di Sirenai o Sirenussai. L’arcipelago oggi appartiene al comune di Positano (SA), a pochi chilometri dalla Penisola Sorrentina ed è costituito da tre isole: “Gallo Lungo“, “La Rotonda” e “Dei Briganti“. Gallo Lungo è la più grande delle tre ed è l’unica ad essere stata abitata fin dai tempi dei romani, come documentano i resti di una domus marittima.
L’accostamento delle sirene all’arcipelago Li Galli non è casuale, infatti, nella mitologia greca gli ostacoli e i pericoli ai quali erano sottoposti i naviganti erano rappresentati proprio dalle sirene. In quel tratto di mare le correnti sono tali da portare le imbarcazioni a schiantarsi contro queste isole. Il toponimo “Li Galli” potrebbe derivare proprio dalla figura mitologica della sirena greca arcaica, che non va confusa con quella del immaginario collettivo contemporaneo che vede la sirena come una figura metà donna e metà pesce, ma era metà essere umano e per metà uccello (in foto).
Nel 1225 Federico II di Svevia donò le tre isole al monastero di Positano, chiamandole “tres Sirenas quae dicitur Gallus“, mentre oggi fanno parte dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, nella quale sorge anche un santuario dedicato ad Atena (Athenaion).
L’arcipelago ha da sempre suscitato l’interesse di personaggi noti, tanto da renderlo molto ambito. Nel 1924 il coreografo e ballerino russo Leonide Massine acquistò l’arcipelago, erigendo sulle rovine una magnifica villa che l’architetto francese Le Corbusier impreziosì. La proprietà passò poi ad un altro famosissimo ballerino russo, Rudolf Nureyev e poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1993, l’arcipelago fu affidato ad altri privati.