Il teatro, che noia! Chioserebbe qualche giovane spavaldo internauta. Dunque, la domanda s’ha da porsi: è una falsa prevenzione o una misera realtà la “dispersione teatrale”? Beh, pare sia una cocente verità che l’attuale platea sia un po’ narcotizzata. Forse, troppi i rimandi al passato o troppo fumosa la sperimentazione. Pochi gli scrittori innovativi e geniali. E la critica teatrale, tipicamente carica di retorica, lavora persino duro per scoraggiarli. Poi c’è la crisi economica, col prevalere prepotente delle esigenze di mercato a scapito di quelle artistiche. E poi, e poi e poi…canterebbe Mina. Così, tra questa immensità, s’annega il teatro. Ma in tanto naufragar poco dolce emerge il coraggio della Compagnia Stabile di Acerra, che, nel 2011, ha rischiato mettendo in piedi ed autofinanziando il Teatro Rostocco, in via Calzolaio, 9. Il Direttore Artistico del teatro, Ferdinando Smaldone, ha dichiarato: “In un mondo che tende a far chiudere i teatri e a sopire le risorse per la cultura, far nascere uno spazio teatrale è stata una scommessa. Il Rostocco nasce dalla volontà di resistere e avere uno spazio teatrale che permetta non solo di provare a denunciare, ma soprattutto di provare a dire e a riflettere”. Il nome del teatro è preso in prestito da una celebre scena de “La smorfia” ed omaggia Massimo Troisi.
Proseguendo nell’intervista, alla domanda se è vero che oggi non si va più a teatro e se sì, perché, Smaldone ha replicato con un’analisi acuta: “La gente non va a teatro per due motivi. In primo luogo, si predilige un teatro prettamente comico. Quando si propone qualcosa di più impegnato si tende ad evadere. A livello, invece, generale e generazionale, il teatro sta diventando sempre più d’elite, perché a differenza di altre forme d’arte, come il canto, la musica, la danza, i meccanismi della diffusione sono diversi. Il teatro è rimasto lo stesso, serve pur sempre un palcoscenico e una luce. Il teatro resta “analogico”, fatto di contatti personali, di passaparola”. Il Rostocco è giunto alla quarta stagione. Il tema di quest’anno è il viaggio: viaggio d’avventura, viaggio culturale, viaggio intimo, viaggio sociale. Tante le proposte: messe in scena di alto spessore, serate musicali sofisticate (di giovedì sera), un laboratorio di teatro ed uno dedicato al cinema. Ancora molti gli spettacoli in cartellone, come Merica Merica, il 2 e il 3 maggio, per la regia di Giancamillo Marrone, in cui si racconta la storia degli americani d’Abruzzo; Mantrika, Res Novae presenta un viaggio nella cultura napoletana tra canti, cunti e tammorre; a chiudere la stagione, il 13 e il 14 giugno, La mia dieta tra le dita, per la regia di Smaldone, in cui un uomo farà i conti con lo specchio, la bilancia e la propria vita. Avviati, inoltre, due progetti nuovi: il primo, “Under Theater”, realizzato in collaborazione con il Circolo Teatro Arcas, il Te.Co. e il Teatro Il Primo, prevede per gli spettatori una card con sconti nei quattro teatri e in vari locali convenzionati; il secondo, “Aderenze Teatrali”, armonizza piccole realtà teatrali di regioni diverse, con l’intento di confrontarsi, far girare gli spettacoli e creare un circuito rivolto agli allievi di tutti i laboratori per dare vita ad un campus teatrale alla fine dell’anno. Questa la viva e densa dimensione artistica al Rostocco, come in tanti altri piccoli ed autonomi teatri italiani. In fin dei conti, quindi, se la gente non va a teatro è perché il teatro è in crisi o perché è in crisi la gente?
Info: 347 920 4605
Foto: Pagina Facebook del Teatro Rostocco