Storia ed origini della Fontana del Formiello, opera d’arte restituita a nuova vita
Mag 03, 2015 - Roberto De Martino
Dopo quattro mesi di lavori, lo scorso 18 aprile è stata restituita alla città di Napoli la bella Fontana del Formiello. Il restauro, finanziato esclusivamente da privati grazie ad una raccolta fondi promossa dall’associazione culturale “Le Due Sirene”, ha riportato il monumento all’antico splendore, come Ilaria Iodice avrebbe voluto.
Ilaria Iodice (sorella di Valeria, presidente dell’associazione) era una guida turistica e promotrice culturale, profondamente innamorata di Napoli, la sua città. Lo scorso anno, ad agosto, un male incurabile l’ha portata via. Aveva solo 27 anni. A lei è dedicata tutta l’operazione di restauro.
Niente polemiche stavolta, a differenza di quanto avvenuto per la Fontana di Monteoliveto, avendo operato personale esperto e non semplici cittadini esasperati dal degrado in cui versa il nostro patrimonio monumentale e forse anche per questa minore esposizione mediatica la Fontana del Formiello potrebbe essere meno conosciuta della sua “sorella” di Piazzetta Trinità Maggiore.
La Fontana del Formiello si trova in Piazza Enrico De Nicola, a ridosso di Castel Capuano e pare che la sua realizzazione risalga al 1573, come risistemazione di una precedente struttura omologa risalente al medioevo. Il nome attuale, in sostituzione di quello antico “Fontana reale con abeveratora”, è tratto dal latino “ad formis”, ossia “verso i condotti” dell’acquedotto della Bolla che, alimentato dal fiume Sebeto, portava l’acqua in città.
I lavori furono affidati dal Tribunale delle Acque di Napoli ai marmorari Mastro Joseppe e Michel De Guido. Un primo restauro si ebbe già nel 1582, a seguito di un terremoto e fu commissionato dal viceré don Pedro Giron duca di Ossuna al termine del quale vi fece apporre una lapide in latino, dedicata al re di Spagna Filippo II d’Asburgo che recita: “Regnante Filippo. Fermati viandante a venerare le acque della fonte che l’illustre padre Sebeto fa scorrere per Filippo. Qui il coro delle Aonidi, qui l’onda del fiume Parnaso. Qui per te regala dalla fonte Melpomene. E l’aria canta le opere del re. 1583”.
Circa un secolo dopo, nel 1671, il viceré don Pedro Antonio d’Aragona (lo stesso che, due anni prima, commissionò la realizzazione della Fonata di Monteoliveto), decise di abbellirla inserendovi la statua di Filippo IV che però subito eliminata per volontà dello stesso popolo, che non gradì l’offerta. Secondo altre fonti la rimozione della scultura fu dovuta all’inopportunità di collocare la statua di un sovrano in una zona tanto umile e degradata della città…
Sul finire dell’Ottocento la Fontana fu smontata e custodita nei depositi comunali.Fu rimontata nel 1930 sul lato orientale di Castel Capuano e in seguito protetta da una cancellata.
Il monumento si presenta come un’opera in muratura suddivisa in due ordini: nella parte inferiore, dove c’è la vasca, poggiata su una base in pietra lavica, sono collocate tre teste di leone dalle quali sgorga l’acqua, mentre sulla parte superiore sono posti lo stemma e lo scudo con le armi degli Asburgo. Sono anche presenti quattro mascheroni, scolpiti a bassorilievo, raffiguranti due volti femminili e due maschili, forse a rappresentare le quattro stagioni.
Anche la Fontana del Formiello, come le tantissime altre sparse per Napoli, è una preziosa testimonianza della storia della nostra città, oltre a essere un’opera di pregevolissima fattura e di grande bellezza che merita senz’altro una visita, specie adesso che, grazie alla volontà e all’impegno di chi ama davvero Napoli e di chi l’ha amata fino alla fine della sua giovane vita, è tornata allo splendore originario.