Tra i piatti tipici e poveri della tradizione culinaria campania, si annovera la frittata di scammaro, variante della famosa frittata di maccheroni, che però non prevede l’uso delle uova ed è costituita da ingredienti magri.
Quali sono le origini dell’appellativo “scammaro”? La storia è davvero curiosa: durante la Quaresima, alcuni monaci, nonostante l’osservanza religiosa di non mangiare carne, erano soliti consumarne per questioni di salute, chiusi nelle loro camere per rispetto nei confronti di coloro che rispettavano il dogma religioso. Fu coniato un nuovo termine “scammerare”, per definire questo modo di mangiar magro. Ippolito Cavalcanti, il Duca di Buonvicino, sperimentò per i monaci questo nuovo piatto, che fu molto apprezzato. Nel 1837 inserì la ricetta nel libro “Cucina Teorico Pratica”. Lo scammaro è appunto costituito da olive nere, capperi, uvetta, pinoli e alici sott’olio.
Di seguito riportiamo la ricetta:
Ingredienti