Palazzo Venezia. Un tuffo nel passato nel centro storico di Napoli


Camminando nel cuore del centro storico di Napoli, sarà impossibile evitare di attraversare Spaccanapoli, un lungo e stretto rettilineo che con il suo folclore e la sua vivacità si erge a simbolo della città. Percorrendo questa strada vi imbatterete in numerosi palazzi importanti, da palazzo Filomarino della Rocca al Mazziotti. Proseguendo in via Benedetto Croce, vi troverete in un cortile da cui si può accedere allo storico palazzo Venezia. Nella lapide posta a destra delle scale che si devono percorrere per arrivare al primo piano, sono riassunte tutte le vicende storiche che hanno contribuito, in quattro secoli, a rendere il palazzo uno dei tesori di Napoli.

Re Ladislao

Nel 1412 re Ladislao detto il Magnanimo confiscò l’edificio ai Sansevero di Matera e lo donò alla Serenissima rendendolo sede di ambasciatori e consoli veneti nel Regno di Napoli. Questo edificio contribuì a creare un fecondo rapporto tra la nostra città e Venezia, legame che non durò solo in epoca angioina, ma che proseguì anche con i Borbone.

Inizialmente l’edificio si estendeva dal convento di San Domenico fino ai terreni sui quali, nel 1512, fu ampliato palazzo Filomarino. Ad attestarlo un diploma di concessione del doge Michele Steno nel quale è riportata la posizione che all’epoca occupava palazzo Venezia. Il XV e il XVI secolo furono gli anni d’oro di questo edificio, fino a quando cadde in rovina e, solo nel 1610, Giuseppe Zono, per decreto del senato veneto, lo restaurò. Il palazzo fu ristrutturato anche qualche anno dopo da un certo Pietro Dolce, prima di trovarsi al centro della rivoluzione del 1647 che vide in Masaniello uno dei suoi protagonisti principali. Abbandonato durante la rivolta, subì la stessa sorte durante l’epidemia di peste del 1656. Infine, dopo il terremoto del 1688 il palazzo fu completamente ristrutturato da Antonio Maria Vicenti. Nell’Ottocento, l’Impero austriaco, che aveva ottenuto il palazzo con il trattato di Campoformio, lo donò al giurista Gaspare Capone che fece dipingere sulla volta dell’androne lo stemma del proprio marchesato. Il palazzo di Venezia deve però aspettare l’arrivo di Gennaro Buccino, presidente dell’associazione “l’Incanto”, per tornare al suo iniziale splendore, poiché negli ultimi anni ha ospitato all’interno dell’edificio mostre, eventi culturali e non solo.

casina pompeiana

Di particolare interesse è anche il giardino pensile. La ridotta dimensione dello spazio verde è conseguenza della continua espansione dell’adiacente palazzo Brancaccio, oggi Filomarino. Ma ugualmente è possibile reperire anche i principali caratteri del classico giardino napoletano. Fa parte dell’edificio anche la splendida casina pompeiana, eretta nel XIX secolo. Con colonne doriche e un frontone triangolare soprastante, attualmente presenta alcune vetrate aggiunte però successivamente. Sul tempietto è presente un’iscrizione latina che recita: “Da molto tempo tu mi sei cara, o casa, ma da quando un orticello si è aggiunto quanto più cara sei ora al tuo padrone ed io ora posso prender parte alla vita pubblica o non parteciparvi ed allo stesso tempo posso vivere in campagna e vivere in città”. Questa componente, oltre a far comprendere la filosofia a cui si ispira tutta la struttura, permette a tutti i visitatori di essere trasportati in un tempo diverso, intraprendendo un vero viaggio nella storia.

Sito web Palazzo Venezia

 

Ecco dove si trova il Palazzo Venezia di Napoli

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