Le origini del buonissimo limoncello, liquore dolce campano per eccellenza, sono avvolte nella leggenda e nel mistero e soprattutto sono incerte: si narra che, nella Terra delle Sirene, Zeus svelò ad un comune mortale, il cui nome è rimasto ignoto, il segreto di questa dolce preparazione. Un “dono” davvero prezioso!
Secondo altre fonti, i pescatori contadini, anticamente, erano soliti sorseggiare un bicchiere di liquore al limone nelle mattinate particolarmente fredde. Si tramanda anche che i monaci prediligessero il limone per la produzione di bevande all’interno dei conventi: in particolare i monaci certosini, dopo aver cacciato le Sirene dai loro territori, mantennero intatte la loro buona abitudine di sorseggiare il limoncello.
Usanza comune, nelle famiglie più tradizionaliste, è conservare bottiglie di liquori, quali il nocillo, il fragolino e naturalmente l’amato limoncello, da consumare a fine pasto. Da ricordare che una decina d’anni fa, qualcuno (titolare o personale di un ristorante) ebbe la vincente idea di porre la bottiglia di limoncello in frigo ed offrirla ai suoi clienti. Il successo fu immediato! Agli inizi dell’anno ’90, iniziò a diffondersi la tradizione di esibire le bottiglie nei bar, a partire dall’isola di Capri alla costiera, a Napoli dopo il G8. Naturalmente, un prodotto del genere, non poteva non avere riscontro anche all’estero.
Insomma, una tradizione che si tramanda da generazioni, di grande successo, giunta per fortuna sino a noi! A chi di voi piace sorseggiare un po’ di buon limoncello dopo i pasti? Lo preparate in casa?