Le Catacombe di San Gennaro: una maestosa città nel sottosuolo di Napoli
Giu 08, 2014 - Laura D'Avino
Livello superiore della Catacomba (foto di E. Procaccianti)
Le Catacombe di San Gennaro sono ben diverse dalle più note catacombe romane: esse si distinguono in primo luogo per la grandiosità degli spazi e la maestosità degli ambienti. La tradizione vuole che le varie catacombe napoletane (S. Gennaro, S. Gaudioso, S. Severo, S. Efebo) siano collegate tra di loro tramite cunicoli sotterranei. A creare questi passaggi sarebbe stato il leggendario popolo dei Cimmeri che, temendo le eruzioni del Vesuvio, avrebbe costruito una vera e propria città sotterranea.
Catacombe di San Gennaro, non un rifugio ma un luogo di culto
La catacomba napoletana non va vista come rifugio per i primi cristiani dalle persecuzioni, bensì come vero e proprio luogo di culto, nato per ampliamento di un originario nucleo sepolcrale pagano (II-III secolo d.C.) a seguito delle deposizioni dei primi vescovi napoletani (dal III secolo in poi). I resti di San Gennaro furono traslati qui soltanto in un secondo momento (intorno al 431), avendo trovato la loro originaria collocazione nell’Agro Marciano (luogo ancora non ben identificato).
L’attuale ingresso alle Catacombe di San Gennaro non corrisponde all’originario accesso, collocato esattamente all’opposto di quello odierno, ma è situato accanto alla Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte (popolarmente detta la piccola San Pietro, data la somiglianza alla Basilica vaticana).
Percorrendo le rampe di accesso, si arriva in uno degli spazi più recenti della catacomba, mentre, per ritrovarne il nucleo più antico, bisogna percorrere l’intero livello superiore per arrivare a quello inferiore: qui si accede nel “vestibolo inferiore”, da cui prendono vita tre gallerie, lungo le quali si incontrano le varie tipologie tombali che caratterizzano l’intera regione cimiteriale: arcosoli, loculi, tombe a fossa.
Questa zona venne occupata dalla basilica dedicata al Vescovo di Napoli Agrippino, i cui resti furono deposti nel III secolo; da questo momento iniziarono le frequentazioni cristiane che portarono ad uno sfruttamento intensivo dell’area e ad una monumentalizzazione degli spazi. Tale fenomeno fu dettato dalla necessità di rispondere alle esigenze di quei fedeli che chiedevano di essere sepolti ad sanctos, poiché la vicinanza al corpo del santo garantiva una sorta di protezione nell’aldilà. Ed è proprio per questo che la catacomba si presenta oggi strutturata su due livelli.
Nel tempo, la catacomba assunse varie funzioni: dapprima luogo di sepoltura e di riunioni cultuali, poi, tra IX e XIV secolo, sede di un monastero benedettino, mentre, nel corso del XV secolo, ospitò un lazzaretto per ammalati di peste, continuando, frattanto, ad essere utilizzata per le sue funzioni cimiteriali. Infine, durante l’ultimo conflitto mondiale, fu ricovero antiaereo e ospedale d’emergenza.
Come è noto, oggi le reliquie di S. Gennaro non si trovano più nella Catacomba, ma hanno trovato, dopo varie peripezie, la loro collocazione definitiva nel Duomo di Napoli. La Catacomba è accessibile tutti i giorni, con visite guidate che si alternano ogni ora. A tal proposito, si ricorda il lavoro svolto dalla Cooperativa Sociale Onlus “La Paranza”, che da qualche anno si occupa della gestione delle catacombe napoletane, e dall’Ispettorato per le Catacombe della Campania che, con l’aiuto di studenti e giovani laureati, porta avanti studi di catalogazione e di ricostruzione archeologica degli spazi delle Catacombe di Napoli.
Immagine di copertina: Livello superiore della Catacomba – Foto E. Procaccianti Bibliografia: Amodio M. – Ebanista C.- 2008, Aree funerarie e luoghi di culto in rupe: le cavità artificiale campane tra tardo antichità e Medioevo, in Atti VI del Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità artificiali, Napoli 30 maggio – 2 giugno 2008, Napoli, pp. 118- 132. Ebanista C. 2012, Nuove acquisizioni sui vecchi scavi nella catacomba di S. Gennaro a Napoli, in Redi F. Forgione A. (a cura di) 2012, Atti VI Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, l’Aquila, 12-15 settembre 2012, Firenze, pp. 516-523. Fasola U.M. 1975, Le catacombe di S. Gennaro a Capodimonte, Roma. Fiocchi Nicolai V. 2003, Elementi di trasformazione dello spazio funerario tra Tardo Antichità ed Altomedioevo, in Uomo e spazio nell’Alto Medioevo, Settimane di Studio del Centro Italiano di Studi sull’Altomedioevo (Spoleto 4-8 aprile 2002), Spoleto, pp. 921-969.