In epoca medievale, nel pieno centro di Napoli c’era una strada adibita allo scarico dei rifiuti inceneriti. Non era certo un posto bello a vedersi, eppure in un luogo tanto umile, dall’aria pesante e irrespirabile, dai muri anneriti e l’aspetto abbandonato sarebbe presto sorta una tra le Chiese più belle e ricche di Napoli. Una di quelle chiese dalla storia lunga e complessa, in cui il potere temporale e quello spirituale si intrecciano dando vita a splendide realtà di marmo e colore.
Su un piccolo monastero agostiniano venne infatti costruita, a partire dal 1339 e fino al 1418, la Chiesa di San Giovanni a Carbonara mediante il contributo del nobile napoletano Gualtiero Galeota.
Fu re Ladislao, ultimo erede del casato angioino che qui voleva essere seppellito, a commissionare nel Quattrocento l’ampliamento della Chiesa, il suo arricchimento con pregevoli marmi policromi e l’aggiunta di un chiostro esterno a quello preesistente.
La Chiesa di San Giovanni a Carbonara è il risultato dell’annessione di più strutture architettoniche: la scala in piperno a doppia rampa, realizzata daFerdinando Sanfelice nel 1707, nasconde l’ingresso alla sottostante Chiesa della Consolazione a Carbonara; il portale centrale introduce alla Cappella di Santa Monica, quello di sinistra all’ingresso laterale della Chiesa di San Giovanni.
La facciata della Chiesa di San Giovanni a Carbonara è molto semplice: al centro vi si apre uno splendido portale gotico con due pilastri ornati ed una lunetta affrescata dal pittore lombardo Leonardo da Besozzo.
Otto stemmi angioini e la figura del sole splendente, simbolo della famiglia nobiliare Caracciolo del Sole, ornano la zona dell’arco.
L’interno, a croce latina con un’unica navata rettangolare, sfocia nell’absidevoltato a crociera.
L’altare maggiore con balaustra, realizzato nel 1746, è completato da una splendida pavimentazione a marmi policromi e posto tra due finestroni a linea tipicamente gotica che inondano l’interno di luce. Una splendida statua dellaMadonna delle Grazie, di Michelangelo Naccherino, ingentilisce l’insieme.
Il complesso presenta decorazioni scultoree e pittoriche dal gusto prevalentemente gotico e rinascimentale, tutte di pregevole fattura.
Nell’abside domina il monumento funebre a re Ladislao. Alto circa 18 metri, è tradizionalmente attribuito ad Andrea da Firenze ma sarebbe in realtà opera di più artisti toscani e settentrionali.
Temperanza, Fortezza, Prudenza e Magnanimità: le quattro virtù sorreggono il monumento.
Ai lati, in due edicole, i dipinti di Leonardo da Besozzo: Sant’Agostino e San Giovanni.
Due archi a tutto sesto formano una grande nicchia che incornicia sei statue sedute, tra cui Ladislao e Giovanna in trono. Le due figure ricompaiono nel sarcofago, assieme a Carlo III e Margherita.
Al di sopra, la figura del re giacente, benedetto da un vescovo, redime l’anima del sovrano che fu in realtà scomunicato.
Sulla sommità, la statua di Ladislao a cavallo completa di armatura e con spada sguainata: una rappresentazione inusuale in un luogo di culto.
La sacrestia era arricchita da sedici tavole realizzate dal Vasari con la collaborazione di Cristoforo Gherardi e che sono oggi collocate al museo di Capodimonte; del Vasari è rimasta nella chiesa, accanto al monumento a re Ladislao, una splendida Crocefissione.
La Chiesa di San Giovanni a Carbonara sfocia in sei cappelle, aggiunte in tempi diversi: quattro laterali, una nella controfacciata ed una alle spalle dell’abside.
La Cappella Caracciolo del Sole, dietro l’abside, è accessibile passando sotto il monumento funebre a re Ladislao. Dal gusto rinascimentale, è ricca di affreschi del Perinetto e di Leonardo da Besozzo. Custodisce il sepolcro di Sergianni Caracciolo, consigliere della regina Giovanna II di Napoli.
Uno splendido presepe fu commissionato nel 1478 da Jaconello Pipe, aromatario del duca di Calabria, a Pietro e Giovanni Alamanno. Composto da quarantacinque figure pastorali, fu dapprima sistemato nella cappella Recco e successivamente nel museo di San Martino.
Un ambiente che merita di essere menzionato è la cappella Miroballo. Addossata alla parete di fronte all’ingresso della Chiesa di San Giovanni a Carbonara, è stata attribuita a vari artisti lombardi come il Malvito o Jacopo della Pila. È arricchita da numerose statue, tra cui una Madonna col Bambino e Troiano Miroballo con la moglie presentati dai due Ss. Giovanni. Il sepolcro di Antonio Miroballo e vari affreschi qui presenti, di epoca quattrocentesca, sono opera di Lorenzo Vaccaro.
È un luogo, la Chiesa di San Giovanni a Carbonara, in cui l’anima scivola tra storia e arte, tra fede e bellezza, e volgendo lo sguardo ovunque si trovano memorie del passato a ricordarci chi siamo stati.
Questo articolo fa parte della rubrica sulle Chiese di Napoli .”Napoli, la città delle 500 cupole”.
Orari: 8.00/12.00 – 16.30/20.30
8.00/14.00 (festivo)
Come arrivare alla Chiesa di San Giovanni a Carbonara
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