Oggi ci accoglie il Battistero di San Giovanni in Fonte.
La Basilica di Santa Restituta a Napoli ci ha lasciati con la promessa di farci viaggiare nel tempo. Eravamo nella navata destra: basta guardare in fondo per capire che la promessa è mantenuta.
E’ qui collocato il primo battistero dell’ Occidente cristiano. Le fonti sono discordanti circa la sua costruzione, ma la struttura architettonica e l’analisi stilistica della decorazione permettono di datarlo alla fine del IV secolo. Recenti restauri hanno svelato i suoi segreti: nel V secolo la struttura fu consolidata, le dimensioni delle finestre ridotte, vennero ampliati e decorati tre dei quattro pennacchi a cuffia in cui sono raffigurati simbolicamente gli evangelisti e restaurati i mosaici nella fascia inferiore della cupola. Tanta dedizione non può che confermare l’amore per il Battistero di San Giovanni in Fonte, che la comunità cristiana del tempo doveva considerare un importante luogo di aggregazione spirituale.
Il battistero è costituito da due ambienti diseguali: la sala battesimale vera e propria, a pianta quadrata, più ampia, ed un portico rettangolare, a volta, separato dalla sala tramite quattro colonne. Il portico fu costruito successivamente, per collegare il Battistero di San Giovanni in Fonte con la Basilica di Santa Restituta. Una piccola, splendida cupola estradossata costituisce il soffitto della sala battesimale. Realizzato in tufo, il battistero prendeva luce da quattro bifore collocate nel tamburo; furono in seguito modificate dal vescovo Sotere. Nello stesso intervento furono eseguiti mosaici raffiguranti santi martiri, a decorare la nuova muratura. Entrando nel Battistero di San Giovanni in Fonte, si scorgono a sinistra i due ingressi originari, oggi collocati a ridosso dell’abside della Basilica di Santa Restituta. Al centro è posta la vasca battesimale, circolare: realizzata in opus signinum (una mistura impermeabile di materiali edilizi di riciclo: il nostro cocciopesto), ha un diametro di 2 metri ed è profonda poco più di 60 centimetri. Un foro lasciava defluire l’acqua. Mancando qualsiasi struttura idraulica, ne deduciamo che l’acqua vi venisse versata con recipienti, secondo le usanze liturgiche.
Abituati alla magnificenza della Cattedrale – Duomo e della Basilica di Santa Restituta, potreste quasi sentirvi nudi, in questo luogo. In tal caso vi basterà sollevare lo sguardo.
I vostri occhi saranno colpiti dallo scintillio di minuscole tessere di un intenso colore blu – turchese, verde, intervallate ad altre tessere d’oro. Queste piccole gocce di passato sono superstiti di una storia splendida, immensa. Hanno resistito allo scorrere dei secoli, alle guerre ed ai terremoti, e sono giunte a noi dal V secolo per raccontarci, con gli occhi dei cristiani del tempo, il culto. Riescono ancora oggi a narrarci alcune scene, seppure frammentarie. L’ arte cristiana dei primi secoli racconta di sacramenti di iniziazione vissuti con grande pathos e partecipazione dalla comunità. Queste scene, rappresentate con vividi colori e tratti netti e decisi, erano la Bibbia dei poveri, che pur non sapendo leggere desideravano partecipare attivamente alla Parola. La volta del Battistero di San Giovanni in Fonte si fa scena perfetta per il racconto, con gli otto spicchi trapezoidali delimitati da fasce dorate. Ogni riquadro raffigura due scene evangeliche.
Il centro della cupola è la zona musiva meglio conservata. In un cielo azzurro trapunto di stelle d’oro campeggia una croce monogrammatica, simbolo della vittoria eterna di Cristo con le lettere greche alfa ed omega (Dio è l’ inizio e la fine). La croce è sormontata dalla mano del Padre Eterno, che stringe una corona d’alloro. All’altezza della mano, su una piccola altura, una fenice (la resurrezione).
La scena rappresenta ciò che il neofita ha ricevuto in dono: il regno del Cristo vincitore in cui egli ha diritto di vivere, in virtù del battesimo ricevuto, dopo la resurrezione.
Nei quattro pennacchi, raffigurazioni simboliche degli evangelisti e al di sopra, scene pastorali con richiami a temi dei Salmi. Di grande suggestione sono le scene bibliche. A nord-est i due episodi evangelici della Samaritana al pozzo e delle Nozze di Cana, con evidente riferimento al battesimo e all’eucaristia. Ad oriente il Battesimo di Gesù al Giordano. A sud-est, tra due palme, la Traditio legis: Cristo in piedi sul globo celeste, consegna a Pietro la Legge.
Sembra di veder vorticare queste scene, di esserne sollevati: la magia di questo luogo è innegabile, ma la prossima domenica vi stupirà almeno alla stessa maniera. Promesso.
Questo articolo fa parte della rubrica sulle Chiese di Napoli .”Napoli, la città delle 500 cupole”.
Come arrivare alla Chiesa di Santa Restituta