Più simile a una esaltazione delle virtù plastiche ed architettoniche del marzapane piuttosto che a un cottage svizzero, la Villa Falanga di San Giorgio a Cremano è un’altra particolarissima e unica espressione delle Ville Vesuviane del Miglio d’oro delle ultime decadi d’Ottocento.
Edificata a finalità di villeggiatura la Villa Falanga fu voluta per esclusiva volontà dell’omonima famiglia, la quale, in discordanza alle scelte di gusto più diffuse, optò invece per un’ispirazione puritana e statica dell’architettura.
Inserita all’interno di un tipico parco all’inglese, essa snobba le soluzioni geometriche o michelangiolesche italiane e francesi che, ad esempio, con il Vanvitelli, avevano dato vita alle opere più “illustrissime e illustrate”, come la Reggia di Caserta.
Alla monumentalità di boriose concezioni tardo-barocche, rococò o neoclassiche del passato, la Villa Falanga preferì uno chalet “da fratelli Grimm”, ordinato in base a legni intarsiati e traforati, una muratura pittoresca e dai colori accesi, e in dialogo stretto con la vegetazione circostante, e tuttavia rimanendo fondata su un tradizionale basamento rivestito in pietra lavica.
Il primo piano, partito da una marcata simmetria degli elementi di composizione, in particolare i due terrazzi, è inquadrato sia dai grandi alberi d’alto fusto (palmizi e pini) circostanti sia dal tetto spiovente, a falde alte e decorate.
La complessità del giardino, che raccoglie oltre alle piante ornamentali una fontana in piperno e uno stagno zigzagante, era compresa da un recinto di pilastri, cancello e inferriate di ferro battuto, ormai perduto in seguito alle campagne di solidarietà e patriottiche degli anni ’40 in difesa dell’Italia e della rivoluzione fascista.
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