Le chiese di Napoli. Dai viaggiatori del Grand Tour alle guide antiche, dal cinema alla fotografia, dalla storia alla cronaca dei moderni media, non c’è campo in cui esse non abbiano lasciato il loro segno. Contarle è impossibile (anche se tradizionalmente la città viene chiamata delle Cinquecento Cupole) e, aldilà di facili paternalismi o azzardati (quanto inutili) paragoni di bellezza con le chiese di Roma, per raccontarle tutte non basterebbe un’enciclopedia.
Spesso le vediamo come sfarzosi scenari di piazze o strade, altre volte nemmeno ci accorgiamo di passarci accanto perché sommerse da immondizia, da scritte o dal semplice oblio. Certamente attraverso gli eventi architettonici e artistici delle chiese di Napoli è possibile ricostruire duemila anni di storia cristiana.
Le prime testimonianze paleocristiane le troviamo nelle catacombe ma anche in alcune absidi, affreschi o ipogei (ambienti sotterranei) spesso inglobate o fuse con gli interventi barocchi. Ad esempio, nella Basilica di San Pietro ad Aram, anche se ricostruita nel XII secolo e rimaneggiata nel Seicento, sono visibili le origini antiche: basta visitare i suoi sotterranei per scoprire arte ed architettura paleocristiane. Lo stesso avviene nelle absidi delle chiese di San Giorgio Maggiore e San Giovanni Maggiore.
Se i rimaneggiamenti architettonici non hanno salvato il romanico napoletano e l’unica testimonianza dello stile medioevale è da individuarsi in San Giovanni a Mare, più presenti sono le testimonianze gotiche. Le individuiamo nella chiesa di San Pietro a Majella, che ha conservato l’aspetto semplice dell’origine arricchita solo dal soffitto barocco, in quella di San Lorenzo Maggiore, mescolanza di stile gotico francese con quello francescano come piacque agli Angioini, o in Santa Maria Donnaregina Vecchia.
Furono invece Alfonso d’Aragona e i legami politici e artistici con Firenze a portare il Rinascimento a Napoli. Il Gesù Nuovo, con la sua facciata a punta di diamante, mostra i primi elementi rinascimentali della città. Altri esempi di questo periodo sono Sant’Anna dei Lombardi, la cappella Pontano e la tarda cinquecentesca Santa Maria la Nova.
Sicuramente il più grande numero di chiese partenopee indossa le sfarzose vesti del barocco. Dal Seicento fino a Settecento inoltrato si costruirono numerose chiese in questo stile, dense di decorazioni marmoree o a stucco. Quando si dice “barocco napoletano” non si può non parlare della Certosa di San Martino o della Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro nella Cattedrale, tesori ricchi di marmi, affreschi, dipinti e altre opere d’arte. Erano chiamati ad operare i migliori artisti dell’epoca: le eccellenze della scuola emiliana, romana e napoletana .
Anche se il barocco tarda a passare di moda, tra la fine del Settecento e l’Ottocento troviamo chiese costruite in puro stile neoclassico. L’esempio più emblematico è la Basilica di San Francesco di Paola.
Il risanamento ottocentesco prima, la seconda guerra mondiale, la speculazione edilizia del secolo scorso e il disagio sociale dei nostri giorni sono le pagine più buie e tristi della storia di questi edifici. Sono stati sventrati, distrutti, umiliati, abbandonati. Molti sono stati restaurati, altri sono adibiti a depositi, negozi o case, altri ancora completamente lasciati al decadimento.
Ma questa ferita può rimarginarsi solo con la conoscenza dello straordinario patrimonio che ci è stato ereditato.
Lo scopo della rubrica è quello di narrare la storia e la cultura di Napoli: conoscendo il nostro passato impariamo a conoscerci e farci conoscere, eliminando i luoghi comuni sui napoletani e la loro città che vogliamo raccontare attraverso le sue chiese dove laicismo e religiosità si fondono, dando origine alla Napoli Sacra. In essa, patrimonio inestimabile, troviamo i grandi artisti, gli scrittori, i santi, i re e i vescovi ma anche le bezzoche, i preti, i rivoltosi, gli eretici, i mercanti, la gente comune e tutte quelle persone sconosciute che trovano la loro identità nel segno della Croce e nelle credenze profane.
Non vi parleremo di tutte le chiese partenopee, non vogliamo sostituire Wikipedia o le guide turistiche.
Il nostro sarà un viaggio alla ricerca di leggende, miracoli, eventi storici o culturali, cercheremo di presentarvi di volta in volta alcuni dei più importanti edifici sacri a Napoli.
I misteri e le leggende
Santa Croce e Purgatorio al Mercato
Santa Maria ad Agnone
Chiesa di Santa Maria del Soccorso a Ischia
Monastero di Santarcargelo a Baiano
I miracoli
Santuario di San Gennaro a Pozzuoli
Santuario di San Pietro a Patierno
Il sangue di San Giovanni Battista
San Gennaro e le sue parenti
La storia
Santa Maria in Cosmedin
Santa Maria del Faro a Marechiaro
Santa Maria di Portosalvo
Santa Maria Stella Maris
Sant’Angelo a Segno
San Francesco di Paola (piazza del Plebiscito)
San Giorgio Maggiore e il dipinto celato
San Giovanni a Carbonara
Sant’Eligio Maggiore
Santa Marta
Sant’Aspreno dei Crociferi
Il monastero di San Francesco delle Monache
Chiesa della Divina Madre in via Carlo Poerio
Sant’Anna dei Lombardi a Monteoliveto
Santa Maria alla Stella alle Paparelle
Il Duomo di Napoli
Chiesa di San Gregorio Armeno
Chiesa di Santa Maria alla Sanità (San Vincenzo ‘o Monacone)
Chiesa di San Francesco delle Monache
Santuario di S. Gennaro alla Solfatara
Chiesa Rossa di Vico Equense
Chiesa del Rosariello alle Pigne
Chiesa dell’Incoronata a via Medina
Chiesa della SS. Annunziata (Vico Equense)
La letteratura
Santa Maria della Sapienza
Cappella Pontano San Giovanni Evangelista
Santa Maria del Parto
La continuità storica
Duomo – Cattedrale e Santa Restituta, Tesoro di San Gennaro
Chiesa del Gesù Nuovo e Melodie della Chiesa del Gesù Nuovo
San Lorenzo Maggiore
Sant’Arcangelo a Baiano
Santa Maria di Donnaregina Vecchia
Santa Maria di Donnaregina Nuova
Santa Maria del Pianto
Le eccellenze
Santissima Trinità dei Pellegrini
Santi Severino e Sossio
San Giovanni Maggiore
La sacralità
Il degrado delle chiese chiuse
Belisario Corenzio
Le edicole votive
I presepi Purgatoriali
Il Femminile Sacro a Napoli
Foto di Francesca Perna