Il Palazzo Reale di Napoli. Storia, arte e cultura in un unico luogo
Gen 24, 2016 - Germana Squillace
Napoli è una città ricca di monumenti, musei e palazzi che raccontano storie di sovrani passati, morti improvvise, banchetti nuziali e feste prodigiose. Uno di questi complessi che ancora oggi affaccia su Largo di Palazzo, l’attuale piazza del Plebiscito, è il Palazzo Reale.
Storia del Palazzo Reale di Napoli
Il complesso fu costruito agli inizi del XVII secolo quando i Viceré spagnoli decisero di realizzare una struttura sontuosa che potesse accogliere i re di Spagna. L’urgenza fu data anche da un’annunciata visita di Filippo III che però non ebbe mai luogo. Per volere del conte di Lemos, il progetto fu affidato a Domenico Fontana, uno degli architetti più amati da papa Sisto V, che lo delineò nell’opera “Dichiarazione del Nuovo Regio Palagio cominciato nella Piazza di San Luigi”. La costruzione del Palazzo continuò negli anni successivi con ulteriori ampliamenti e abbellimenti che videro al lavoro anche Antonio Vaccaro, Ferdinando Sanfelice, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga. Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte lo fecero decorare con arredamenti neoclassici in parte provenienti dalle Tuileries, ma poi l’opera fu danneggiata da un incendio nel 1837 e fu restaurata, per volere di Ferdinando II di Borbone, nel 1852, da Gaetano Genovese che realizzò l’ala delle feste e una nuova facciata verso il mare. Durante i due secoli di lavori il complesso fu abitato da tutti i regnanti di Napoli: gli austriaci, i Borbone e i Savoia.
La facciata, lunga 169 metri, conserva le forme originarie tranne che nel portico le cui arcate, per motivi statici, sono state alternativamente murate e ornate con nicchie da Vanvitelli. In esse si trovano, aggiunte per volere di Umberto I, otto statue raffiguranti i sovrani più rappresentativi delle dinastie che hanno regnato su Napoli: Ruggero d’Altavilla, Federico II di Svevia, Carlo I d’Angiò, Alfonso I d’Aragona, Carlo V, Carlo di Borbone, Gioacchino Murat, Vittorio Emanuele II. All’esterno del Palazzo vi sono ben tre cortili: quello d’Onore, realizzato da Fontana; quello del Belvedere, di origine seicentesca, e quello della Carrozze. Vi sono poi due scuderie e i Giardini Reali, aggiunti nel XIX secolo. Dal cortile d’Onore del Palazzo Reale si accede al Museo dell’Appartamento Storico tramite uno Scalone, rivestito di marmi e stucchi, ideato nel 1651 da Francesco Antonio Picchiatti e poi sistemato e decorato da Genovese. Al suo interno sono visitabili la maggior parte delle sale più antiche nelle quali si svolgevano le funzioni istituzionali e di rappresentanza. L’attuale disposizione corrisponde a quella decisa nel periodo sabaudo.
Di particolare bellezza è il Teatrino di Corte. Realizzato da Fuga a metà del Settecento, conserva ancora le originali statue in cartapesta e gesso raffiguranti Apollo, Minerva, Mercurio e le Muse. Ospitò opere di Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello. Non si può però dimenticare la Sala del Seicento Napoletano, la prima delle stanze che componevano l’appartamento di Maria Amalia di Sassonia, sposa di Carlo III, contenente opere di Vaccaro e Jusepe de Ribera. Degno di nota è il soffitto che presenta una particolare composizione a “ramage”, e cioè un disegno a fogliame, di stucchi bianchi e oro in stile Rococò. Nella sala orientale del complesso Reale vi è inoltre la Biblioteca Nazionale, il cui contenuto fu trasferito nel Palazzo nel 1922. Al suo interno si conservano alcuni interni dell’Oratorio Privato di Francesco II Borbone e delle Stanze da bagno di Ferdinando II.
Fonti
Touring club italiano, “Napoli e dintorni”, Milano, Touring Editore, 2001
Autori Vari, “Il Palazzo Reale di Napoli”, Napoli, Fausto Fiorentino, 1995
Sito del Palazzo Reale