Museo Nitsch a Napoli: gioiello d’arte controverso, pieno di sangue e nudi
Mag 26, 2018 - Federica Barbi
Napoli è piena di testimonianze artistiche e culturali, alcune più note, altre quasi nascoste. Forse in pochi conosceranno il Museo Hermann Nitsch, accolto dalla Fondazione Morra – Istituto di Scienze delle Comunicazioni Visive che promuove e organizza la ricerca, la realizzazione e la divulgazione della cultura delle comunicazioni visive.
Il Museo si trova nel centro città, in Vico Lungo Pontecorvo n. 29/d, non lontano dal Museo Nazionale e da piazza Dante.
Lo spazio, che si può considerare come una coerente continuità concettuale della Fondazione Morra, era nato per ospitare un impianto per la produzione di energia elettrica, e appare subito chiaro il grande lavoro, quasi poetico, di chi ha trasformato una struttura in disuso in un complesso creativo. Il Museo Hermann Nitsch – Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee è un luogo artistico multifunzionale.
I nuclei di cui è composto sono vari:
– la Collezione, caratterizzata da installazioni che Nitsch in collaborazione con Giuseppe Morra ha realizzato dal 1974 ad oggi, si avvicenderà con cadenza biennale;
– il Centro di Documentazione, Ricerca e Formazione, organizzato attraverso l’implementazione informatica di testi, immagini ed eventi che partono dal XX secolo, compone uno scenario in cui il frammento fissato in un determinato punto dispone di contenuti descrittivi, sintattici e critici, determinando in tal modo un riassunto che può prevedere future analisi;
– la Biblioteca-Mediateca classifica e sistema libri, cataloghi, testi critici, articoli, riviste, monografie, interviste, conferenze e dibattiti; questo tipo di catalogazione potrà divenire un archivio per la ricerca della produzione artistica e scientifica e fornire dei percorsi di approfondimento per esperti interessati ad indagini più specifiche di dati storici e culturali;
– il Dipartimento per il Cinema Sperimentale Indipendente riunisce i materiali video delle Azioni realizzate dagli anni ’70 ai nostri giorni, nonché si propone come centro di diffusione e promozione del cinema indipendente, indagando annualmente i generi, le tematiche e metodologie di film-makers storici e contemporanei;
– l’Audioteca di Musica Contemporanea, dal 1940 ai nostri giorni
– e il Centro per le Arti Performative e Multimediali, informatizzati e unificabili ad archiviazioni future, relative ad altri materiali e eventi interdisciplinari, come punti di riferimento di un momento primario di ricerca.
Il Museo non è solo un luogo in cui raccogliere ed esporre i lavori di Nitsch, ma nasce come un soggetto attivo, impegnato a riflettere criticamente sulle opere dell’artista austriaco.
Nitsch, per chi non lo conoscesse, è un artista molto interessante. La sua arte consiste in una continua stimolazione della sensibilità dello spettatore attraverso l’attivazione di tutti i sensi, basata sui fenomeni sinestetici, sull’esperienza, sulla sollecitazione di uno dei sensi per attivare di conseguenza tutti gli altri. Nitsch si ispira alla psicoanalisi, e nei suoi lavori non ha tabù, di nessun genere, anzi utilizza un linguaggio forte e provocatorio proprio per stimolare le sensazioni umane.
Molto presente, nei suoi lavori, è il sangue, simbolo della passione, per lui un retaggio di ancestrali rituali votivi. Nitsch parte sempre da temi simbolici quali la sconfitta, il peccato, la speranza, la redenzione, la vita e la morte e li evoca attraverso queste sue messe votive, dando vita ad un’esperienza sia fisica che mentale.
Le opere dell’artista austriaco mettono in relazione vino e sangue, carcasse di animali, uomini nudi, frutta e fiori, attraverso la musica del rumore, le grida umane, gli strumenti elettronici, la stimolazione di sentimenti opposti come gioia e dolore.
Il Museo Nitsch è per Napoli un’istituzione sicuramente singolare, che diventerà un punto di riferimento internazionale per l’arte contemporanea sperimentale e di comunicazione visiva.
Fonti: www.museonitsch.org