Misteri e leggende di Cappella Sansevero: dal Cristo Velato alle Macchine Anatomiche

Cappella Sansevero con il Cristo Velato


La Cappella Sansevero, situata nel cuore di Napoli, è uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della città, un capolavoro del barocco napoletano che custodisce alcune delle opere d’arte più straordinarie e enigmatiche del XVIII secolo. In particolare, la cappella è famosa per il celebre Cristo Velato, una scultura di Giuseppe Sanmartino che continua a incantare i visitatori per la sua straordinaria bellezza e per la tecnica che sembra quasi trascendere i limiti della pietra. La Cappella è anche conosciuta per la complessa figura di Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero, che con il suo mecenatismo, la sua passione per l’arte, la scienza e l’esoterismo, ha contribuito a plasmare l’unicità di questo monumento.

Storia della Cappella Sansevero

La storia della Cappella Sansevero risale al 1590, quando Giovanni di Sangro, patriarca della famiglia Sansevero, decise di costruire un luogo di culto privato adiacente al palazzo di famiglia. In origine, la cappella era dedicata a Santa Maria della Pietà, ma è con l’intervento di Raimondo di Sangro (1710-1771) che l’edificio assunse la forma e la fama che conosciamo oggi.

Raimondo di Sangro, noto per essere un uomo di scienza, un alchimista e un innovatore, prese il controllo della cappella e avviò un progetto di restauro radicale, trasformandola in un laboratorio artistico e scientifico. Grazie alla sua visione, la cappella venne arricchita con opere d’arte di alcuni dei migliori artisti dell’epoca, come Francesco Queirolo, Antonio Corradini e Giuseppe Sanmartino.

La personalità di Raimondo di Sangro è avvolta nel mistero: oltre ad essere un mecenate e un intellettuale, fu accusato di praticare arti esoteriche e alchemiche. Questa aura di segretezza e curiosità si riflette in molti elementi simbolici della cappella, che alimentano da secoli leggende e speculazioni.

Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero

Il Cristo Velato: il capolavoro di Giuseppe Sanmartino

Tra le opere d’arte più celebri custodite nella Cappella Sansevero, il Cristo Velato è senza dubbio il fulcro dell’interesse artistico e simbolico. Realizzato nel 1753 da Giuseppe Sanmartino, scultore napoletano, questa straordinaria scultura in marmo rappresenta Cristo morto, adagiato su un letto funebre, coperto da un velo di marmo talmente sottile e realistico che lascia trasparire ogni dettaglio del corpo sottostante.

L’abilità tecnica di Sanmartino è tale da far sembrare il velo morbido e trasparente, come se fosse realmente di tessuto. Questo ha dato vita a numerose leggende, tra cui una che attribuisce l’effetto del velo a una pratica alchemica di Raimondo di Sangro, il quale avrebbe “trasformato” un vero velo di seta in marmo. Tuttavia, non ci sono prove concrete che confermino questa teoria, e la straordinaria maestria dell’artista è riconosciuta come il vero segreto dietro il successo dell’opera.

Il Cristo Velato è stato lodato da artisti e poeti di tutte le epoche, e perfino Antonio Canova, uno dei più grandi scultori neoclassici, dichiarò che avrebbe rinunciato a dieci anni della sua vita pur di essere l’autore di un’opera così perfetta.

Il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino a Cappella Sansevero

Il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino a Cappella Sansevero

Le Sculture Simboliche: virtù e messaggi occulti

Oltre al Cristo Velato, la Cappella Sansevero è adornata da una serie di sculture che rappresentano allegorie delle virtù. Queste statue, commissionate da Raimondo di Sangro, non sono semplici decorazioni: ognuna di esse contiene riferimenti simbolici che riflettono il pensiero illuministico e le passioni esoteriche del principe.

Tra le più famose troviamo:

  • la Pudicizia, di Antonio Corradini, un’opera che raffigura la madre di Raimondo, Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona. Come il Cristo Velato, anche questa scultura colpisce per il velo di marmo che copre la figura femminile, dando l’illusione di una vera stoffa. La Pudicizia rappresenta la purezza e la virtù materna, ed è considerata uno dei capolavori del barocco napoletano.
  • il Disinganno, di Francesco Queirolo, è un’altra delle sculture simboliche più celebri della cappella. L’opera raffigura un uomo che cerca di liberarsi da una rete intricata, simbolo della liberazione dall’errore e dall’ignoranza. La complessità tecnica della scultura, in particolare nella rappresentazione della rete di marmo, è di un livello altissimo, tanto che si racconta che nessun altro scultore dell’epoca fu in grado di replicarla.

Queste sculture non sono semplici espressioni artistiche, ma riflettono un profondo significato filosofico e spirituale, che si ricollega all’interesse di Raimondo di Sangro per l’alchimia, la massoneria e le scienze occulte.

Pudicizia, a sinistra. A destra, Disinganno

 

Le Macchine Anatomiche: il mistero della scienza

Uno degli aspetti più enigmatici della Cappella Sansevero è costituito dalle cosiddette Macchine Anatomiche, due modelli umani, un uomo e una donna, con il sistema vascolare perfettamente conservato e visibile. Questi scheletri, situati nel caveau sotterraneo della cappella, sono avvolti da una rete di vene e arterie che sembrano straordinariamente realistiche.

Le macchine anatomiche sono state per secoli oggetto di speculazioni e leggende. Alcuni credono che siano il frutto di esperimenti alchemici condotti da Raimondo di Sangro, che avrebbe utilizzato una tecnica segreta per “metallizzare” il sistema vascolare dei corpi. Tuttavia, studi scientifici più recenti hanno suggerito che le vene e le arterie siano state riprodotte artificialmente con l’uso di fili metallici e cera colorata.

Nonostante ciò, le macchine anatomiche continuano a suscitare stupore e a rappresentare uno dei misteri più profondi legati alla Cappella Sansevero e alla figura del suo enigmatico creatore.

Le "macchine anatomiche" del Museo Cappella Sansevero

Le “macchine anatomiche” del Museo Cappella Sansevero

Simbolismo ed Esoterismo nella Cappella Sansevero

La Cappella Sansevero non è solo un luogo di bellezza artistica, ma anche un complesso insieme di simboli e riferimenti esoterici. Raimondo di Sangro era un uomo di grande cultura e interesse scientifico, ma anche un massone e un appassionato di alchimia. Molti dettagli della cappella, dalle decorazioni alle sculture, contengono riferimenti a concetti filosofici e spirituali che richiamano la simbologia massonica e alchemica.

L’intero edificio sembra essere stato concepito come un “tempio iniziatico”, un luogo in cui l’arte, la scienza e il mistero si fondono per offrire ai visitatori un’esperienza unica e riflessiva.

Un luogo di fascino eterno

La Cappella Sansevero è uno dei luoghi più suggestivi e misteriosi di Napoli, capace di attrarre non solo gli amanti dell’arte e della storia, ma anche coloro che sono affascinati dall’esoterismo e dal mistero. Le opere custodite al suo interno, in particolare il Cristo Velato, continuano a incantare visitatori da tutto il mondo, testimoniando la straordinaria abilità degli artisti e la visione illuminata e inquietante di Raimondo di Sangro.

Oltre a essere un monumento di incomparabile bellezza, la Cappella Sansevero è un luogo che invita alla riflessione su temi profondi come la vita, la morte, la conoscenza e il mistero, offrendo a chiunque la visiti un’esperienza indimenticabile e affascinante.

Altra prospettiva di Cappella Sansevero

Altra prospettiva di Cappella Sansevero

Come visitare il Museo Cappella Sansevero

Museo Cappella Sansevero è uno dei musei più visitati di Napoli. Si tratta di un luogo relativamente piccolo, ma concentrato di opere d’arte sontuose e raffinate: ogni giorno sono centinaia le persone che aspirano ad accedervi e, spesso, attendono in fila anche diverse ore per avere l’opportunità di ammirare questo gioiello così magnifico e suggestivo. Per visitare il Museo la prenotazione è obbligatoria. I biglietti online sono resi disponibili con 60 (sessanta) giorni di anticipo.

Giorni e orari di apertura di Museo Cappella Sansevero

Cappella Sansevero è aperta tutti i giorni dalle ore 9:00 alle 19.00, con ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura. Il martedì è il giorno di chiusura settimanale. Vi sono delle occasioni in cui si verificano aperture speciali, orari prolungati o ridotti, solitamente a ridosso delle festività. Poiché il calendario è soggetto a variazioni è opportuno visitare il sito ufficiale.

I biglietti di ingresso a Cappella Sansevero

Il biglietto ordinario ha un costo di 10 euro. Sono previste inoltre le seguenti riduzioni e gratuità:

  • Soci FAI: 8 euro.
  • Biglietto ridotto (ragazzi da 10 a 25 anni): 7 euro.
  • Disabile + accompagnatore (valido per due persone): 7 euro.
  • Bambini fino a 9 anni: gratis.
  • Scuole: 3,50 euro (solo nei giorni feriali). Per scuole elementari, medie inferiori e superiori, ingresso gratuito per un professore ogni dieci alunni.
  • Audioguida: 3,50 euro.
  • Offerta due audioguide: 6,00 euro.

Come raggiungere Museo Cappella Sansevero

La Cappella Sansevero, situata nel cuore del centro storico di Napoli, è facilmente raggiungibile con diversi mezzi di trasporto. Ecco le principali opzioni per arrivarci.

A Piedi

Se ti trovi già nel centro di Napoli, il Museo Cappella Sansevero è facilmente raggiungibile a piedi da molte delle principali attrazioni della città:

  • Da Piazza del Gesù Nuovo (a circa 5 minuti): Da questa piazza centrale, uno dei punti più noti del centro storico, basta percorrere la via Benedetto Croce, nota anche come Spaccanapoli, e seguire le indicazioni per via Francesco de Sanctis, dove si trova la cappella.
  • Da Piazza San Domenico Maggiore (a circa 2 minuti): Questa piazza si trova a pochissimi passi dalla cappella, che è nascosta in una piccola strada laterale.

In Metropolitana

Il modo più rapido per arrivare alla Cappella Sansevero utilizzando i mezzi pubblici è prendere la metropolitana:

  • Linea 1 (linea gialla): Scendi alla fermata Dante o Università. Entrambe le stazioni distano circa 10-15 minuti a piedi dalla cappella. Da Dante, segui via Toledo e poi Spaccanapoli. Da Università, procedi verso Piazza San Domenico e da lì segui le indicazioni.
Piazza San Domenico Maggiore

Piazza San Domenico Maggiore, Napoli

In Autobus

Varie linee di autobus attraversano il centro storico di Napoli:

  • Puoi prendere un autobus che ti porti vicino a Piazza Dante o Piazza Municipio, da dove è facile continuare a piedi o con la metropolitana.
  • Alcune linee di autobus collegano anche il lungomare e la stazione ferroviaria Napoli Centrale con il centro storico.

In Taxi o Servizi di Ride-Sharing

Napoli ha una buona disponibilità di taxi e servizi come Uber o Free Now. Chiedendo di essere lasciato nei pressi di Piazza San Domenico Maggiore, ti troverai a pochi passi dalla cappella. Il traffico nel centro storico può essere intenso, quindi valuta i tempi di percorrenza.

Dalla Stazione Ferroviaria di Napoli Centrale

Se arrivi a Napoli in treno:

  • Prendi la metropolitana Linea 1 dalla stazione Garibaldi (sotto Napoli Centrale) e scendi alla fermata Dante o Università.
  • In alternativa, puoi prendere un taxi direttamente dalla stazione, impiegando circa 15-20 minuti, a seconda del traffico.

Dall’Aeroporto di Napoli Capodichino

Dall’aeroporto di Napoli, puoi:

  • Prendere l’autobus Alibus fino a Piazza Garibaldi (Napoli Centrale) e poi la metropolitana (Linea 1) fino a Dante o Università.
  • Prendere un taxi o un servizio di ride-sharing: il viaggio dall’aeroporto fino alla Cappella Sansevero dura circa 20-30 minuti, a seconda del traffico.

Indicazioni Specifiche per Via Francesco de Sanctis

La Cappella Sansevero si trova in via Francesco de Sanctis, 19/21, una piccola strada del centro storico. Quando arrivi a Piazza San Domenico Maggiore, vedrai dei cartelli che indicano la direzione verso la cappella, che è facilmente raggiungibile percorrendo una stradina laterale che si trova dietro l’omonima piazza.

Essendo situata nel cuore del centro storico di Napoli, in una zona pedonale, la Cappella Sansevero è particolarmente piacevole da visitare a piedi, immersi nell’atmosfera unica di questa parte della città.


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