Il Cimitero delle Fontanelle è uno dei luoghi più suggestivi e misteriosi di Napoli, situato nel cuore del Rione Sanità. Questo antico ossario, scavato nella roccia tufacea, è famoso per le migliaia di resti umani che custodisce e per la profonda devozione popolare legata al culto delle anime pezzentelle. Visitare il Cimitero delle Fontanelle significa immergersi in un mondo fatto di storia, spiritualità e antiche tradizioni, che raccontano la complessa relazione tra i napoletani e la morte.
Il Cimitero delle Fontanelle risale al XVI secolo, quando Napoli era una città sovrappopolata e le sepolture cominciarono a scarseggiare. La città subì diverse epidemie di peste e colera, che causarono migliaia di morti, e le fosse comuni dei cimiteri cittadini non erano più sufficienti a contenere i cadaveri. Per far fronte a questa emergenza, si iniziò a utilizzare le antiche cave di tufo nelle colline della Sanità come ossario.
Le cave vennero scavate nei secoli precedenti dai Greci e successivamente dai Romani per estrarre il tufo, la pietra vulcanica utilizzata per costruire gran parte della città di Napoli. Nel corso degli anni, le cavità si rivelarono il luogo ideale per seppellire i corpi in eccesso, e così, gradualmente, il Cimitero delle Fontanelle divenne una sorta di rifugio per i resti di coloro che non potevano essere sepolti nei normali cimiteri, come i poveri e le vittime delle epidemie.
Nel XVIII secolo, dopo un violento terremoto e una successiva epidemia, migliaia di cadaveri furono trasferiti al Cimitero delle Fontanelle, aumentando la quantità di ossa e teschi accumulati nel sito. Tuttavia, il cimitero rimase in disuso e abbandonato per molti anni, fino al XIX secolo, quando il culto delle anime pezzentelle prese piede.
Uno degli aspetti più affascinanti del Cimitero delle Fontanelle è il culto delle anime pezzentelle, una tradizione popolare napoletana profondamente radicata nella devozione religiosa e nella spiritualità della città. Questo culto, nato nel XIX secolo, si basa sull’idea di “adottare” un teschio o un’anima abbandonata (detta appunto “pezzentella”, ossia poverella) per pregare per la sua salvezza. In cambio, l’anima, una volta liberata dal Purgatorio, avrebbe potuto intercedere con Dio per portare benefici e grazie alla persona che la accudiva.
Le persone che frequentavano il cimitero sceglievano un teschio, lo pulivano e lo sistemavano in un’area particolare, pregando regolarmente per il suo riposo eterno. In segno di gratitudine, l’anima adottata poteva manifestarsi attraverso sogni o visioni, fornendo consigli, guarigioni o aiuti di vario genere. Questo rapporto di scambio tra i vivi e i morti è uno dei tratti distintivi del Cimitero delle Fontanelle, e testimonia la visione della morte a Napoli: non come un confine netto, ma come un prolungamento della vita stessa, in cui i defunti continuano a interagire con i vivi.
Il Cimitero delle Fontanelle si estende per circa 3.000 metri quadrati, ed è suddiviso in diverse sezioni, ognuna delle quali contiene migliaia di ossa e teschi. Alcuni degli elementi più affascinanti e simbolici del sito includono:
Il Corridoio dei Teschi è una delle aree più suggestive del cimitero. Lungo questo corridoio, sono disposti su scaffali e mensole migliaia di teschi, molti dei quali appartengono alle anime “adottate” dai fedeli nel corso del XIX e XX secolo. Il corridoio è un luogo carico di simbolismo, dove è possibile percepire la profonda connessione tra i vivi e i morti che caratterizza il culto delle anime pezzentelle.
Uno degli aneddoti più celebri legati al Cimitero delle Fontanelle riguarda il cosiddetto Teschio del Capitano, un cranio che si dice appartenesse a un militare, riconoscibile per le profonde ferite visibili sul teschio. Secondo la leggenda, il teschio era dotato di poteri speciali e di un carattere “geloso”: si narra infatti che una giovane donna, per testare la sua potenza, decise di prendersi gioco di lui, ma durante il suo matrimonio fu colpita da una misteriosa tragedia che la condusse alla morte. Questo episodio contribuì ad alimentare la leggenda della potenza del Teschio del Capitano, che molti pregano per ottenere protezione.
Nelle profondità del cimitero, si trovano le ossa di molte vittime della peste che colpì Napoli nel 1656. Questi resti testimoniano le terribili condizioni in cui si trovava la città durante quella crisi sanitaria. Camminare tra queste ossa evoca un senso di rispetto e riflessione sulla fragilità della vita umana e sulla persistenza della memoria.
Un altro teschio particolarmente famoso è quello di Donna Concetta, noto per il “miracolo della condensa”. Si racconta che il teschio, una volta lucidato e pregato, si inumidisse in segno di riconoscimento, come prova che l’anima a cui apparteneva stava intercedendo in favore del fedele. Questa manifestazione alimentava la devozione popolare, tanto che ancora oggi molti visitatori rendono omaggio a questo teschio sperando in una grazia.
Durante il XX secolo, il culto delle anime pezzentelle venne progressivamente scoraggiato dalle autorità ecclesiastiche, che vedevano in esso un fenomeno popolare troppo distante dalla dottrina ufficiale. Il cimitero venne chiuso al pubblico nel 1969 e rimase chiuso per molti anni, cadendo in uno stato di abbandono. Tuttavia, a partire dagli anni 2000, grazie all’intervento di associazioni culturali e alla rinnovata attenzione del Comune di Napoli, il Cimitero delle Fontanelle venne restaurato e riaperto al pubblico, diventando una delle mete turistiche più visitate della città.
Il Cimitero delle Fontanelle è molto più di un semplice luogo di sepoltura: è un simbolo della cultura e della spiritualità napoletana, un luogo dove vita e morte si intrecciano in modo unico e profondo. Tra antiche tradizioni, leggende e un culto popolare che resiste al tempo, questo ossario racconta una storia complessa e affascinante che continua a ispirare curiosità e devozione nei visitatori di oggi.
Il Cimitero delle Fontanelle si trova nel quartiere Rione Sanità a Napoli, ed è raggiungibile facilmente con diversi mezzi di trasporto: