Non sempre fatale agli esseri umani, spesso la vipera diventa essa stessa vittima delle donne, in particolare mogli e suocere. Almeno così vorrebbe il famoso proverbio napoletano ‘A vìpere ca muzzecaie a muglierema, murette ‘e tuosseco. Il significato letterale di questo massima è, infatti, “La vipera che morse mia moglie, morì avvelenata”, ma esiste anche la versione in cui è la suocera ad essere preda dei temutissimi denti di questo invertebrato.
Entrambe le espressioni vengono utilizzate, ovviamente, però, con un senso molto più metaforico, a voler indicare – da parte del marito – il carattere perfido e insopportabile della propria moglie o della madre di quest’ultima. Come a dire che queste donne hanno talmente tanta cattiveria in corpo e ce l’hanno talmente tanto con tutto il resto del mondo, che potrebbero tranquillamente avvelenare loro stesse un serpente che volesse morderle.
Insomma, un’esperienza non certo invidiabile per chi dovesse trovarsi a vivere circondato da donne (ma in fin dei conti anche da uomini) di siffatta specie, che in effetti potrebbero essere definite delle vere e proprie vipere loro stesse, capaci di “avvelenare” la vita di chi sta loro continuamente accanto.