Da una città come Napoli, circondata dal mare, ci si aspetta un proverbio che lo ritragga, o quanto meno lo citi. In questo caso il mare assume simbolicamente le sembianze di una situazione catastrofica. Spieghiamo meglio.
“Menarse a mare cu’ tutt”e panne”
TRADUZIONE:
Gettarsi a mare con tutti i vestiti addosso
Il significato di questo breve detto sta a significare quando qualcuno, con le sue scelte, si riduce in miseria. Il mare è visto come qualcosa di insuperabile, una volta che da soli, deliberatamente, ci si butta con tutti i vestiti addosso, che fanno da peso, e che rendono quindi il suo superamento ancora più impossibile.
Il termine “panne” merita un discorso a parte. Tradotto significa “vestiti“. Non ha un singolare. Infatti, anche quando se ne vuole indicare uno solo, si usa il plurale. Per fare un esempio:
“Che bel vestito” diventa “Che belli panne”.
Prendendo un prestito dal latino si direbbe, dunque, che panne sia pluralia tantum, ovvero un vocabolo che ha soltanto il plurale, mentre il singolare non esiste oppure ha un significato del tutto differente. Infatti, il singolare panno dell’idioma partenopeo è perfettamente sovrapponibile al significato italiano.
Napoli è una città, ma una nazione. Questo era il pensiero di Lucio Dalla, un napoletano nato a Bologna che ha sempre dimostrato il grande amore per la nostra città. Non aveva torto ad affermare ciò: l’essere partenopeo racchiude un insieme di storia, tradizioni, consuetudini e proprio modi dire e proverbi che si sono formati e consolidati nel corso della storia, tre volte millenaria, della città di Napoli. È per questo che invitiamo ognuno ad approfondire questo aspetto della napoletanità seguendo tutte le puntate della nostra rubrica sui proverbi napoletani.