Vi è mai capitato, raccontando ad un amico dei vostri guai, di sentirvi rispondere “Fatte benedicere ‘a nu prevete ricchione”? Detto molto utilizzato a Napoli, utilizzato quando si ha la sensazione che la sorte si accanisca contro la propria vita scatenando ogni tipo di guaio e problema.
Premettendo che a Napoli la scaramanzia è una cosa molto seria, vi siete mai chiesti da dove nasce una simile espressione? Qual è la storia che ha dato origine ad un simile proverbio? Dando un’occhiata in rete è emerso che, in realtà, questo semplice modo di dire ha origini molto antiche.
Inizialmente l’espressione originaria prevedeva la parola “Monaco” più tardi sostituita con la figura più moderna e fantasiosa del Prete. La leggenda vuole che tale dicitura nasca proprio dal profilo mistico e saggio del religioso.
Per il napoletani quella del Monaco fu una figura emblematica (basti pensare alla leggenda del Monaciello, personaggio mitologico del folklore partenopeo) riconosciuta come depositaria di una saggezza antica, di una conoscenza profonda di tutte le cose, atta quindi a dare consiglio su ogni aspetto della vita.
Essendo depositario di verità assolute, il popolo si rivolgeva ai vari monaci provenienti da conventi presenti nell’area cittadina e limitrofa, per chiedere aiuto, consiglio e conforto ai propri problemi.
Tra questi, se ne “nascondevano” alcuni capaci di dare consigli anche in casi particolarmente singolari. Partendo da un tale assunto, chi se non un monaco omosessuale, messo costantemente alla prova dalla vita ad affrontare situazioni particolari, può essere chiamato in causa per risolvere tali questioni?
C’è da dire che l’espressione prese piede in un contesto storico dove l’omosessualità veniva considerata come un problema, vista dalla società come una difficoltà da superare. Ecco allora che il “Monaco Ricchione” si trasforma in una sorta di saggio super partes capace di avere il consiglio (quindi la soluzione) giusto, per ogni problema o difficoltà!