La monachina napoletana: il dolce amato da Salvatore di Giacomo
Set 22, 2016 - Laura Muryel Esposito
Durante il viaggio culinario tra le meraviglie della cucina meridionale, molto spesso abbiamo incontrato ricette nate in conventi e monasteri, dalle abili mani di suore che dopo aver dedicato il loro tempo alla preghiera, si adoperavano in cucina dando vita a manicaretti difficili da dimenticare.
Tra le ultime tappe, ricorderete sicuramente il racconto della Santa Rosa, la sfogliatella arricchita di crema e amarena, anche lei nata in un convento: ma sapevate che prima di lei c’era addirittura un’antenata? Stenterete a crederci ma è proprio così.
Il dolce che noi oggi indichiamo, per somiglianza e gusto, come antenato della Santa Rosa, risponde al nome di “Monachina”, e nacque nel lontano 1700 nel Monastero delle Trentatrè. Il convento era così chiamato per il numero di suore che era capace di ospitare, e sorse nel XV secolo nel cuore di Napoli, dove vi erano le Monache Cappuccine.
Fu proprio una delle suore lì presenti, un giorno ad elaborare e mettere nero su bianco, una ricetta, scritta in modo popolare e a tratti “pittoresco”, che negli anni fu poi ripresa in alcune righe da Salvatore Di Giacomo che provò a riportare agli albori, l’originalità di quanto scritto dalla suora sempliciotta ma molto probabilmente amante della cucina:
“Prendi il sciore e mettilo sopra il tagliero nella quantità di rotolo mezzo. Mettici un pocorillo d’insogna e faticalo come un facchino. Doppo stendi la tela che n’e riuscita e fanne come se fosse una bella pettola. In mezzo alla pettola mettici un quarto d’insogna ancora, e spiega a scialle, 4 volte d’estate; 6 volte d’inverno. Tagliane tanti pezzi, passaci il laganaturo e dentro mettici crema e cioccolata o se più ti piace ricotta di Castelllammare. Se ci metti un odore di vaniglia o pure acqua di fiori e qualche pocorillo di cedro, fa cosa santa. Fatta la sfogliata, lasciala mezza aperta e mezza ‘nchiusa da una parte e dove lì scorre la crema facci sette occhi piangenti con sette amarene o pezzulli di percocata. Manda tutto al forno, fa cuocere lento, mangia caldo e alliccate le dita”.
In questa antica ricetta, con un linguaggio altrettanto antico, viene spiegato passo dopo passo, come preparare la pasta sfoglia, il ripieno e i tempi di cottura necessari. Noi oggi vogliamo proporvi la ricetta per preparare in casa questo dolce tradizionale, che è ancora possibile acquistare al bar o in pasticceria.
Per facilitare la preparazione delle monachine, ci serviremo di alcuni ingredienti già pronti, come la pasta sfoglia e la crema pasticcera. Vediamo cosa occorre per preparare questi dolcetti direttamente a casa nostra, secondo la ricetta riportata dal portale acucinaemamma.blogspot.it.
-Ingredienti:
- 1 confezione di pasta sfoglia
- 300 g di crema pasticcera
- 2 rossi d’uovo
- confettura d’amarene q.b.
- zucchero a velo q.b.
- zucchero granulato q.b.
-Procedimento:
Stendere la pasta sfoglia su di un piano da lavoro e ricavarne dei dischi di diametro non superiore ai 10-12 centimetri.
Sulla metà di ogni dischetto, adagiare un cucchiaino abbondante di crema e un pizzico di confettura di amarene. Ripiegare il dischetto per chiuderlo, sigillando i bordi con un po’ di rosso d’uovo e magari aiutandovi con i rebbi di una forchetta, premendo delicatamente sull’estremità.
A questo punto, foderare un ruoto con carta forno e posizionarvi sopra le monachine, spennellatele con il rosso d’uovo e cospargetele con qualche pizzico di zucchero granulato.
Infornate a 180 gradi per 30 minuti circa, e quando le monachine risulteranno dorate e cotte, sfornatele e lasciatele intiepidire, poi guarnitele con zucchero a velo e servite.
Una ricetta semplice e abbastanza veloce da prendere in considerazione tutte le volte che avrete voglia di un dolce appetitoso e facile da preparare.